Anno: XXVI - Numero 207    
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Gestione dei cash flow: i commercialisti avvertono, il “past due” a 30 giorni pesa sul credito

Un nuovo documento del Consiglio nazionale evidenzia come ritardi minimi nei pagamenti possano compromettere rating bancario e accesso ai finanziamenti.

Gestione dei cash flow: i commercialisti avvertono, il “past due” a 30 giorni pesa sul credito

La gestione dei cash flow nella relazione con la banca: gli effetti del past due a 30 giorni” è il titolo del documento pubblicato oggi dal Consiglio e dalla Fondazione nazionali dei commercialisti. Il lavoro, realizzato dalla Commissione Finanza reporting operante nell’area Finanza aziendale del Consiglio nazionale, alla quale è delegato il Vicepresidente nazionale della categoria Antonio Repaci, verte sull’importanza dell’ottimizzazione dei cash flow al fine di scongiurare l’emersione di anomalie nella relazione con gli intermediari creditizi, quali scaduti, scoperti o sconfini sui rapporti accesi.

Peculiare attenzione viene posta alla presenza di un past due di soli 30 giorni, limite relativamente breve, ma che può minare il merito di credito e incrinare la relazione con la banca in fase di richiesta di nuova finanza e/o di revisione e/o rinnovo degli affidamenti.

Nel documento si rileva come il termine di 30 giorni sia riportato in molteplici normative regolamentari, contabili e di vigilanza emanate nel corso degli ultimi anni dalle autorità competenti in ambito bancario. Intervallo temporale spesso indicato come inderogabile, senza quindi possibilità per gli istituti di porre in atto valutazioni soggettive

Evitare anomalie, rappresentate nello specifico dalla presenza di scaduto nella gestione dei rapporti bancari, o attivarsi tempestivamente per porvi rimedio, diviene quindi elemento imprescindibile per non compromettere il rapporto con il proprio partner finanziario.

“Dalle considerazioni esposte – scrivono i commercialisti nell’introduzione al documento – discende l’importanza per le imprese, PMI in primis, di dotarsi di un’idonea programmazione dei cash flow, mediante l’impiego di un budget di cassa scorrevole (rolling) al fine di ottimizzarne la gestione. Al riguardo, è inevitabile il collegamento con le novità del recente passato per le società non finanziarie (SNF) in relazione all’obbligo di “istituire un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato alla natura e alle dimensioni dell’impresa, anche in funzione della rilevazione tempestiva della crisi dell’impresa e della perdita della continuità aziendale, nonché di attivarsi senza indugio per l’adozione e l’attuazione di uno degli strumenti previsti dall’ordinamento per il superamento della crisi e il recupero della continuità aziendale” (art. 2086, comma 2, c.c.)”.

“L’adeguatezza degli assetti – proseguono – è declinata all’art. 3, comma 3, lett. b) del d.lgs. 14/2019, anche mediante la verifica costante della sostenibilità dei debiti almeno per i dodici mesi successivi, verifica per la quale appare indispensabile la predisposizione di un monitoraggio costante e un’informativa forward looking sull’andamento dei flussi di cassa. Le attività esposte si rivelano funzionali a evitare il manifestarsi di scaduto nei confronti degli stakeholders e/o una sua rapida gestione. L’elaborato mira a offrire a imprese e professionisti spunti operativi utili per una gestione ottimale del rapporto banca impresa, al fine di favorire l’accesso al credito e a condizioni migliori”.

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