Anno: XXV - Numero 78    
Martedì 7 Maggio 2024 ore 13:00
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Commercialisti: “sull’asseverazione di conformità disparità ingiustificabile”

Il Consiglio nazionale della categoria chiede un incontro alla Ministra Calderone e la sottoscrizione di un protocollo d’intesa con l’Ispettorato Nazionale del Lavoro che estenda anche alla professione le competenze su “Asse.Co.”

Commercialisti: “sull’asseverazione di conformità disparità ingiustificabile”

Estendere anche ai commercialisti la possibilità di effettuare l’asseverazione di conformità dei rapporti di lavoro subordinato e parasubordinato instaurati presso datori di lavoro, procedura operativa denominata “Asse.Co.” e attualmente riservata ai soli consulenti del lavoro. È la richiesta formulata dal Consiglio nazionale dei commercialisti, il quale ricorda che la questione è già stata sollevata in ripetuti incontri con i vertici dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro.

 “Asse.Co. – afferma il consigliere nazionale dei commercialisti, Aldo Campo, co-delegato a Economia e fiscalità del lavoro -, nato ormai dieci anni fa, è diventato nel tempo oggetto di prestazione professionale remunerata a cui sono ammessi soltanto i consulenti del lavoro.

La sua valorizzazione ed estensione comporta una “riserva” di competenze di carattere convenzionale che genera una disparità ingiustificabile tra professioni e comporta nei fatti una turbativa del mercato professionale. È questo il motivo per il quale chiediamo da tempo all’Ispettorato Nazionale del Lavoro la sottoscrizione, nel più breve tempo possibile, di un protocollo d’intesa che estenda questa competenza anche alla nostra professione”.

Su questo, come su altri temi, i commercialisti hanno chiesto un incontro alla Ministra del Lavoro e delle Politiche sociali Marina Calderone. “Asseverazione contrattuale, certificazione contrattuale, politiche attive, semplificazioni in materia del lavoro – spiega Campo – sono i temi sui quali vogliamo avviare un confronto con la Ministra. La nostra professione ha prerogative in materia di lavoro che vanno tutelate e valorizzate. Decine di migliaia di nostri iscritti si occupano di queste materie, quasi ottocentomila aziende del nostro Paese si avvalgono delle nostre consulenze. Del resto, parliamo di competenze che rientrano da sempre tra le attività della nostra professione che, anche in questo ambito, fornisce un contributo determinante al sistema economico e imprenditoriale del nostro Paese”.

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