Anno: XXV - Numero 86    
Venerdì 17 Maggio 2024 ore 13:00
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La Cgil boccia la legge sull’equo compenso

La Legge iniqua esclude e discrimina

La Cgil boccia la legge sull’equo compenso

“Una norma con limiti importanti e preoccupanti, nonostante risponda a un principio da noi rivendicato da anni: un compenso minimo ed equo per tutti i professionisti autonomi”.

Così Cgil nazionale, Nidil-Cgil e Apiqa (l’associazione dei quadri, professionisti e alte professionalità) commentano la proposta Fdi-Lega sull’equo compenso diventata legge con l’ok definitivo della Camera, parlando di “una legge iniqua che esclude e discrimina”.

La norma, denunciano, “si riferisce solo ai rapporti di lavoro con grandi committenti, banche e assicurazioni, e con le Pubbliche amministrazioni, limitando nei fatti la platea dei lavoratori autonomi coperti. Inoltre, divide fra professioni ordinistiche e non, invece che garantire pari diritti. Resta la sanzione inaccettabile a carico del professionista ordinista nel caso accettasse prestazioni al ribasso, pur essendo il lavoratore in posizione di debolezza rispetto al committente”.

    Con riferimento ai parametri economici, proseguono, “si affida il lavoro di scrittura e aggiornamento soltanto agli ordini e ai collegi professionali, anche per i professionisti non ordinisti, non garantendo così il giusto riconoscimento e rappresentanza di questi lavoratori. Rappresentanza a tutela di tutti i professionisti autonomi, ordinisti e non, che non viene tenuta in debita e corretta considerazione nemmeno nella composizione dell’Osservatorio di nuova istituzione. Per quest’ultimo si prevede la presenza di tutti gli Ordini e Collegi professionali e di sole cinque associazioni di professionisti non iscritti a Ordini e Collegi, scelti dal ministero delle Imprese e del Made in Italy, escludendo completamente le organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative”. “Si tratta di un’evidente e grave esclusione nell’esercizio della rappresentanza a tutela di tutti i professionisti autonomi. Per questo – concludono Cgil, Nidil, Apiqa – chiediamo l’apertura di un confronto e la convocazione di un tavolo per affrontare tali problematiche”.

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