Voto o non voto.
La sterile querelle intorno all’invito a non votare.
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Grande statista Elly, queste sono le giuste preoccupazioni del momento. Invece di pensare a La Russa pensi alla Russia
Mentre in questi giorni accadono fatti epocali (il nuovo Papa, la guerra in Ucraina, la guerra commerciale, lo sviluppo dell’AI), e mentre vi sono temi veri da affrontare (senza citare economia e lavoro, ad es. una legge decente sul fine vita), perdiamo tempo sulle solite beghe di quartiere.
Meloni usa sovente argomenti populistici, ma Schlein non è da meno: dire che i quesiti dei referendum toccano precarietà e sicurezza è dire una bugia; rinfacciare a Meloni l’assenza dal treno per Kiev è giusto (magari ci fosse Draghi), ma è ipocrita se i tuoi alleati Fratoianni e Conte sul tema la pensano come Salvini e Afd, su una linea filo-Putin.
Io non andrò a votare. Resterò sul divano
Andare o meno a votare ad un referendum, è una libera scelta. Anche non andando e non facendo raggiungere il quorum, è esprimere un voto. E questo evidentemente dà noia a qualcuno. Perché analoga lavata di scudi non c’è stata quando la numero uno della Cisl ha bocciato i referendum?
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