La fiera dell’ipocrisia
Gridano contro Big Pharma e la “dittatura sanitaria”, ma quando si ammalano corrono al pronto soccorso. Schillaci salva la faccia, gli altri perdono ogni giorno anche un briciolo di credibilità.

Il ministro Schillaci ha fatto l’unica cosa seria: ha chiuso uno spettacolo indecente. Se non gli basterà a conservare la poltrona, gli resterà almeno l’onore, cosa rara in tempi in cui l’onore politico si misura in sondaggi e like, non in decisioni coraggiose.
Più che di deriva antiscientifica penso si debba parlare di overdose da social media, con pletore di googlelaureati che si sentono in grado di discutere su tutto per metterlo in discussione senza avere gli strumenti cognitivi e le competenze che consentano loro di argomentare senza scadere nel tifo da stadio.
Sono stato testimone diretto dei deliri pro DiBella nelle sezioni del Pds dell’epoca. E vero anche che ci sono state all’epoca manifestazioni di no-vax “di sinistra”.
Sorprende, più che Salvini — ormai maestro nell’arte del dichiarazionismo senza dazio di responsabilità — l’irritazione della premier Meloni. In un governo che sembra spesso una commedia degli equivoci, anche la sorpresa ha un gusto amaro. Eppure, tra un tweet e una conferenza stampa, i cittadini vedono la politica trasformarsi in uno spettacolo di teatrino, dove l’unica regia è quella dell’ipocrisia.
Poi ci sono i complottisti seriali: quelli che parlano di “dittatura sanitaria”, di Big Pharma che sperimenta su poveri ignari cittadini e di Gates, Soros e tutti i potenti del pianeta che tramano dietro ogni vaccino. La coerenza, per loro, è un optional. Se credono davvero che la medicina moderna sia un complotto, dovrebbero smettere immediatamente di usare farmaci, vaccinarsi, entrare negli ospedali o anche solo aprire un bugiardino. Dovrebbero curarsi con omeopatia, sali magici, acqua energizzata o l’urina del mattino. Se la loro Verità fosse reale, non avrebbero nulla da temere.
Ma la realtà è molto più spietata: ogni farmaco funziona su base statistica. La maggior parte delle persone guarisce, alcune no. Tutti hanno effetti collaterali. Questo non è un complotto: è scienza. È imperfetta, certo, ma infinitamente più affidabile delle superstizioni che tanti sbandierano con orgoglio.
Eppure, la contraddizione resta evidente. Chi oggi urla contro vaccini, antibiotici e ospedali domani — ahiloro — corre a chiedere la cura più avanzata possibile. Tumore? Immunoterapia. Infezione grave? Antibiotico di ultima generazione. Malattia rara? Clinica privata. La vera dittatura non è sanitaria, ma dell’ipocrisia.
Il paradosso è lampante: più urlano contro la scienza, più ne dipendono. La coerenza estrema, per loro, sarebbe rifiutare qualsiasi trattamento e lasciare che la statistica faccia il suo lavoro. Ma questo, ovviamente, nessuno ha il coraggio di farlo. Così, tra indignazioni da social e ricorsi alla medicina reale, si costruisce un teatro grottesco che tutti osserviamo sbigottiti.
E il resto della politica? Il M5S, che per primo contestò i “competenti” a favore del “uno vale uno”, osserva da lontano, pronto a scegliere da che parte gira il vento. La Lega e Fratelli d’Italia continuano a recitare la parte, mentre i cittadini si chiedono: quando finirà questo teatrino?
Schillaci ha avuto il coraggio di fermare uno spettacolo indecente. Gli altri politici possono solo scegliere: continuare a recitare la parte o ammettere, almeno a se stessi, che senza scienza non c’è sopravvivenza, senza statistiche non ci sono cure, senza medicina non c’è vita. E forse, solo forse, anche un po’ di onestà intellettuale.
In fondo, la lezione è semplice: puoi rifiutare vaccini, farmaci e ospedali fino all’ultimo giorno, ma non puoi rifiutare la realtà. La scienza non è perfetta, ma è l’unica cosa che ci salva dai veri complotti: quelli della malattia, della morte e dell’ignoranza.
Altre Notizie della sezione

Salvini al bivio
25 Agosto 2025Tra la fedeltà alla maggioranza e la tentazione di marcare il dissenso, il leader della Lega tiene in ostaggio Meloni: intercetta i voti filorussi e anti-Ue ma non può permettersi di far cadere il governo. I nodi, presto o tardi, verranno al pettine.

Renzi e Calenda, il déjà-vu del centrosinistra
22 Agosto 2025L’ennesimo scontro tra Matteo Renzi e Carlo Calenda non è soltanto un fatto di personalismi: rischia di produrre conseguenze concrete sul già fragile equilibrio del centrosinistra in vista delle regionali.

La destra gioca con la vita dei cittadini
21 Agosto 2025Quando la politica mette il consenso davanti alla vita, a perdere sono i cittadini più fragili.