Il pacco di pasta in cambio di voti
Il reddito di cittadinanza regionale: soldi veri, voti veri. Mascherati da aiuti.
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Vent’anni fa, la sinistra accusava Berlusconi di comprare consenso togliendo l’IMU sulla prima casa, suscitando proteste e cortei. Oggi, paradossalmente, alcuni settori della stessa sinistra sembrano ricorrere a strategie simili: usare fondi pubblici, anche europei, destinati al sostegno di chi cerca lavoro, per finanziare chi non cerca attivamente occupazione. In pratica, mazzette con soldi pubblici, mascherate da politiche sociali.
A livello culturale, il Pd sembra in declino: l’uso del populismo per cercare consensi rischia di diventare la norma. Se questa è davvero la strategia della sinistra, forse è meglio che rimanga all’opposizione ancora per un po’.
In Sardegna, la situazione è leggermente diversa. La misura principale di contrasto alla povertà non è più il Reddito di Cittadinanza, ma il Reddito di Inclusione Sociale (REIS), o “Agiudu torrau”, introdotto a livello regionale. Il Reis è rivolto ai nuclei familiari residenti da almeno 24 mesi e prevede un sussidio subordinato a percorsi di inclusione attiva, obblighi lavorativi e formativi. Rifiutare offerte di lavoro o non partecipare ai percorsi previsti comporta la perdita del sostegno, rendendo la misura più condizionata rispetto al Reddito di Cittadinanza nazionale.
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