Giuseppi (e claque) in trasferta a Strasburgo contro la "furia bellicista"
Conte è probabilmente l’ex Presidente del Consiglio più ondivago della storia repubblicana.

Salito al potere senza esperienza politica, ha incarnato un trasformismo senza precedenti: da garante di un governo con la Lega a improbabile progressista con il Pd, fino a leader di un M5S sempre più populista e privo di direzione.
Ha cambiato posizioni con sorprendente disinvoltura, oscillando tra europeismo e critica all’UE, tra rigore anti-Covid e difesa delle proteste, tra sostegno all’Ucraina e pacifismo giustificazionista.
A differenza di altri ex premier che hanno mantenuto una coerenza politica o un ruolo istituzionale autorevole, Conte ha costruito la sua sopravvivenza sulla demagogia, cavalcando le circostanze senza una visione chiara. Il risultato è un Movimento 5 Stelle ridotto a un partito senza identità, sempre più ostaggio di un populismo inconcludente. Un premier nato per caso e rimasto sulla scena per inerzia, simbolo di un’epoca politica priva di sostanza e prospettive.
Adesso è in piazza a urlare ma si dimentica quando era a Palazzo Chigi che il 12 luglio 2018, durante il Trump 1.0, convenne che il suo amicone alla Casa Bianca aveva ragione a chiedere di aumentare i contributi alla Nato degli stati membri dal 2% al 4%. Affermava allora Giuseppi “voglio dichiarare pubblicamente che nel momento in cui gli Stati Uniti dicono che loro contribuiscono alle spese per la difesa in modo eccessivamente gravoso per la loro nazione rispetto ai contributi degli altri paesi, dicono qualcosa che corrisponde alla realtà”.
No caro Conte: è Putin che ci porta alla guerra. Quella guerra che ha scatenato in Ucraina da ormai tre anni, e contro la quale tu non hai mai espresso una condanna. Hai oltraggiato la difesa degli ucraini, dicendo che dovevano sostanzialmente farsi sottomettere; hai offeso gli europei che li hanno sostenuti (meno di quanto avrebbero potuto), ma non hai mai, mai detto una volta “la Russia si fermi”. Ecco perché questo tuo atteggiarti a pacifista è solo una recita: nella tua smania di ritrovare il potere.
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