Dall’Europa una splendida notizia.
Alla faccia dei buonisti che fino a oggi potevano dire (mentendo) "ce lo chiede l'Europa". Ora che l'Europa ci chiede di far rispettare le regole, dicono che l'Europa è fascista e deporta le persone.
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L’aspetto più importante del nuovo approccio UE al problema delle migrazioni è il superamento della logica che lo vede come una questione di gestione delle frontiere. Logica nella quale si inquadrano gli accordi di Dublino e la politica dei “porti chiusi”.
È invece un passo verso la logica del “se entri clandestinamente non troverai mai una sistemazione definitiva”; l’unico approccio che può porre un freno all’immigrazione illegale, oltretutto senza delegare ai paesi di transito il lavoro sporco.
La stampa di parte tenta di far attecchire il termine “deportazione” per definire questo tipo di soluzione, in modo da creare un clima ostile al nuovo Regolamento UE, esattamente come è riuscita a far attecchire il termine generico e rassicurante “migranti” per definire tutti i tipi di immigrati (regolari, irregolari, richiedenti asilo, etc.) e sostenere che hanno tutti diritto ad entrare e stabilirsi nel Paese.
La sinistra italiana non riesce proprio a concepire che il mondo non la veda come lei sull’accoglienza indiscriminata, e pensi invece che chi ha diritto di rimanere è benvenuto, chi non ce l’ha se ne deve andare. È un principio di buonsenso, ma niente: intellettuali e opinionisti di sinistra battono il piedino per terra per ottenere quello che vogliono.
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