Anno: XXVI - Numero 95    
Mercoledì 14 Maggio 2025 ore 13:45
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I numeri in previdenza parlano da soli

In Italia abbiamo l’Inps e 19 Casse di previdenza private e privatizzate, oltre a una Cassa di assistenza.

I numeri in previdenza parlano da soli

La realtà dell’Inps è la seguente:

«L’INPS gestisce la quasi totalità della previdenza italiana, assicurando la maggior parte dei lavoratori autonomi e dei dipendenti del settore pubblico e privato.

La storia

L’Inps nasce oltre centoventicinque anni fa, nel 1898 con la fondazione della Cassa Nazionale di previdenza per l’invalidità e per la vecchiaia degli operai, allo scopo di garantire i lavoratori dai rischi di invalidità, vecchiaia e morte. Con il tempo l’Istituto ha assunto un ruolo di crescente importanza fino a diventare il pilastro del sistema nazionale del welfare.

La storia dell’Inps e delle sue trasformazioni è la storia del nostro Paese e del suo ingresso nella modernità.

L’attività

L’Inps gestisce la liquidazione e il pagamento delle pensioni e delle indennità di natura previdenziale e assistenziale. Le pensioni sono prestazioni previdenziali, determinate sulla base di rapporti assicurativi e finanziate con i contributi di lavoratori e aziende pubbliche e private. Invece, le prestazioni assistenziali o “a sostegno del reddito” tutelano i lavoratori che si trovano in particolari momenti di difficoltà della loro vita lavorativa e provvedono al pagamento di somme destinate a coloro che hanno redditi modesti e famiglie numerose. Per alcune di queste prestazioni l’Inps è coinvolto solo nella fase di erogazione, mentre per altre svolge tutto il procedimento di assegnazione.

L’Inps amministra anche la banca dati relativa al calcolo dell’ISE, utilizzato dai Comuni per concedere gli assegni per il nucleo familiare e per la maternità, e dell’Isee, che permette di usufruire di alcune prestazioni sociali agevolate.

Per garantire il rispetto dei diritti previdenziali e assicurativi e le eque condizioni di concorrenza tra le imprese sul mercato, l’Inps ha anche compiti di vigilanza che viene svolta anche tramite le banche dati interne ed esterne.

Con l’acquisizione delle funzioni della gestione ex INPDAP, l’INPS eroga trattamenti pensionistici di fine servizio e rapporto e le prestazioni di carattere creditizio e sociale per dipendenti e pensionati pubblici (per esempio prestiti, mutui, borse di studio, vacanze studio all’estero e ospitalità in case albergo per anziani).

I numeri dello stato sociale

La gestione dell’Istituto si può numericamente sintetizzare in questo modo:

  • 26,6 milioni di lavoratori assicurati;
  • 1,8 milioni di imprese assicurate;
  • 21 milioni di pensioni erogate;
  • 32 miliardi di agevolazioni contributive;
  • 3,7 milioni di prestazioni per invalidità;
  • 2,7 milioni di beneficiari di NASpI;
  • 274 mila (media mensile) beneficiari di CIG;
  • 11 milioni di ISEE erogati
  • 861 dipendenti;
  • 626 strutture territoriali;
  • 788 milioni di accessi al portale INPS;
  • 625 milioni di servizi erogati on line.»

(Fonte: Inps aggiornata al 2025)

Nei primi anni 90 il Governo Ciampi, con l’allora Ministro della funzione pubblica prof. Sabino Cassese, avviò il processo di riforma della Pubblica Amministrazione con interventi normativi che riguardarono l’intero sistema della P.A., tra cui gli enti pubblici di previdenza, alcuni soppressi e altri riordinati tramite la privatizzazione.

L’inverno demografico, l’avvento della Intelligenza artificiale e la contrazione dei redditi stanno mettendo in crisi quel sistema che in allora aveva un suo fondamento propulsivo.

Tra non molti anni il rapporto contribuenti attivi e pensionati sarà di 1 a 1 con la conseguenza che la sostenibilità del sistema non dipenderà più dalla contribuzione versata ma dal rendimento del patrimonio, nel frattempo accumulato, così scaricando l’alea dei mercati finanziari sugli iscritti, senza la garanzia finale dello Stato che con la privatizzazione è venuta meno.

Ora questi numeri, messi in fila, giustificano l’esistenza dell’INPS da una parte e di tante Casse di professionisti che richiedono altrettanti organi amministrativi?

La risposta data dai numeri, a me pare negativa, e quindi il primo passo, per un decisore lungimirante, dovrebbe essere l’unificazione di tutte le Casse dei professionisti in un’unica Cassa, dato che la specificità di ogni singola professione non giustifica previdenze diverse, sia per quanto riguarda la contribuzione, che la pensione erogata al termine del percorso lavorativo.

Questo quantomeno per ragioni di economia di scala al fine di ridurre i costi di produzione, aumentare la competitività e raggiungere una maggiore efficienza produttiva.

La previdenza, come per l’Inps, richiede grandi numeri, risparmi di spesa e soprattutto la garanzia finale dello Stato ai sensi dell’art. 38 della nostra Carta costituzionale,

 

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