Anno: XXV - Numero 66    
Giovedì 18 Aprile 2024 ore 13:00
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Ddl Capitali, quali novità per le casse di previdenza

Nel Ddl Capitali una novità che riguarda le casse. Il punto di vista di Adepp

Ddl Capitali, quali novità per le casse di previdenza

C’è una novità all’orizzonte del futuro delle Casse previdenziali private e privatizzate: il ddl Capitali sembra voler introdurre un meccanismo finalizzato a portare verso l’economia reale le loro risorse. Buona cosa? Si tratta di una richiesta spesso avanzata dalle Casse (e dai Fondi pensione) che dovrebbe equipararle a tutti i “soggetti abilitati” con regole semplificate, al pari cioè tra gli altri di sim, banche, assicurazioni, Oicr, e intermediari finanziari iscritti all’albo, istituti di moneta elettronica, fondazioni bancarie.

Più facile investire? Senz’altro sì. Meno controlli? Questo non dovrebbe essere, perché dovrebbe

mantenersi il ruolo dei ministeri vigilanti (Mef e Lavoro), per soggetti chiamati a svolgere un ruolo di pubblico interesse. Si tratta pur sempre amministrazioni pubbliche – si occupano dell’assicurazione obbligatoria per l’invalidità e la vecchiaia dei propri iscritti, primo pilastro, quindi, come l’Inps – la cui trasformazione in associazioni o fondazioni di diritto privato rileva solo sul piano della gestione.

Ai recenti Stati Generali della Previdenza, Alberto Oliveti, presidente della maggiore tra le Casse, l’Enpam, e presidente dell’associazione di tutte le Casse, l’Adepp, ci ha tenuto a ribadire: “Non dobbiamo essere visti solamente come potenziali fornitori di finanziamento alle piccole e medie imprese – peraltro cosa interessante – ma come attori strategici della crescita del Paese, perché non ci può essere buona previdenza se non c’è buon lavoro”.

Dopo più di dieci anni d’attesa (dal 2011) entro giugno 2023 – secondo quanto previsto dall’ultima Legge di Bilancio – dovrebbe arrivare un decreto ministeriale mirante alla regolamentazione degli investimenti,

questione che ha spesso creato frizioni tra le Casse e la Covip, che spesso ha ambito a vigilare sulle Casse,

oltre che sui Fondi pensione. La contrapposizione sembra risolversi a vantaggio delle Casse e della loro autonomia. Cosa buona? Probabilmente sì, anche se un dubbio – al di là delle regole formali di sostenibilità finanziaria a 30 o 50 anni, tra saldo totale e saldo previdenziale – è difficile da eliminare: l’inverno demografico potrà abbattersi sul Paese senza scalfire il futuro delle Casse di previdenza private e privatizzate?

Solo l’Inpgi – la Cassa di previdenza dei giornalisti – ha dovuto issare bandiera bianca, per ora. C’è da credere che le altre Casse, comprese quelle più ricche di iscritti e di patrimonio, potranno resistere allo sbilancio demografico?

Tratto da Professione Finanza

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