Cassa Dottori Commercialisti. Una discriminazione il no al fondo perduto per i professionisti e
Presidente Anedda: fondamentale garantire l’autonomia alle Casse per il finanziamento del welfar
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“Garantire l’autonomia degli Enti di Previdenza privata nell’utilizzo delle proprie risorse, attraverso ad esempio l’impiego di una parte dei rendimenti degli investimenti per il finanziamento delle iniziative di assistenza a supporto degli iscritti in difficoltà rappresenta, specie in questo momento, uno strumento strategico fondamentale non solo per poter assicurare interventi puntuali ed efficaci, ma anche nel senso di una semplificazione delle procedure e del giusto coinvolgimento di chi conosce più da vicino il mondo delle professioni e le criticità che attraversa”- Walter Anedda, Presidente della Cassa Dottori Commercialisti, commenta così le parole del Ministro del Lavoro Nunzia Catalfo, che nel suo intervento oggi agli “Stati generali delle Professioni italiane” ha confermato il suo sostanziale parere favorevole alla possibilità di garantire una maggiore autonomia alle Casse nell’utilizzo dei propri fondi per gli interventi di assistenza. “Per quanto riguarda invece l’esclusione dei professionisti dai contributi a fondo perduto – conclude Anedda – credo che il Governo abbia pregiudizialmente dato una diversa declinazione al termine “perduto”: da aggettivo a verbo. Imprese e certi professionisti ricevono il contributo a fondo perduto, mentre altri, quelli ordinistici, hanno perduto i contributi del fondo. Pregiudizio totalmente ingiustificato dal momento che proprio le libere professioni svolgono un ruolo fondamentale non solo come attività economica a sé stante con dipendenti e costi fissi da sostenere, ma anche e soprattutto nel supporto che offrono alla crescita del sistema Paese”.
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