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Autonomi. Necessario un contributo UE a fondo perduto

Lo propone Marina Calderone commentando sul Corriere della Sera i dati dell’ultimo report della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro

Autonomi. Necessario un contributo UE a fondo perduto

A un mese dal lockdown nazionale, oltre tre milioni di persone che vivono in una famiglia monoreddito hanno già varcato la soglia della povertà. Commentando sul Corriere della Sera i dati dell’ultimo report della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, la Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, Marina Calderone sottolinea i contorni sempre più critici di un’emergenza sanitaria divenuta ormai sociale oltre che economica. Oltre al disagio dei lavoratori dipendenti “costretti a casa”, che riceveranno gli strumenti di sostegno al reddito solo a maggio a causa di procedure burocratiche complesse e differenziate tra loro, ci sono artigiani, commercianti e imprenditori per i quali i sussidi economici previsti finora non bastano a far fronte ai costi aziendali fissi delle loro attività. Senza considerare – sottolinea la Presidente – le scadenze fiscali di giugno e i debiti accumulati in questi mesi da saldare. “Per risolvere i problemi degli imprenditori, bisognerebbe dotarli di un contributo a fondo perduto, che può arrivare solo dal contesto comunitario”, suggerisce la Presidente. Altrimenti il fronte dei nuovi poveri sarà destinato a ingrossarsi.

 

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