Anno: XXVI - Numero 227    
Martedì 25 Novembre 2025 ore 13:30
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UN EMENDAMENTO SCARICA TUTTO SUI MEDICI

Un colpo di mano che riporta i camici bianchi all’età della caccia al medico.

UN EMENDAMENTO SCARICA TUTTO SUI MEDICI

Mentre il Governo limava la Manovra, è spuntato un emendamento – il famigerato 69.0.25 – che ha fatto infuriare praticamente tutto il mondo medico. L’idea, firmata dalla senatrice Michaela Biancofiore e indicata come “prioritaria” dalla maggioranza, è semplice e devastante: riportare i medici alla responsabilità contrattuale, cioè renderli di nuovo i primi colpevoli di qualsiasi cosa, come prima della legge Gelli-Bianco.

In pratica, la struttura sanitaria verrebbe quasi totalmente sollevata dalle responsabilità, mentre il medico tornerebbe a essere il bersaglio principale delle cause civili, senza alcuna distinzione tra colpa lieve e colpa grave. E le strutture, per completare il capolavoro, potrebbero perfino rivalersi sul singolo medico per i risarcimenti.

Non stupisce che sindacati e Ordini siano esplosi. Anaao Assomed e Cimo-Fesmed parlano di un ritorno all’epoca “della caccia al medico”. Mentre il Governo da un lato promette scudi penali per dare un minimo di serenità ai professionisti, dall’altro qualcuno tenta di smontare anni di lavoro sulla responsabilità professionale con un colpo di mano.

Persino il Ministero della Salute, dopo le proteste, ha dovuto prendere le distanze: parere contrario, normativa attuale adeguata, emendamento fuori strada. Tradotto: questo testo non deve passare.

Durissimo anche il presidente della Fnomceo, Filippo Anelli: secondo lui l’emendamento è un paradosso totale. Il Governo dice di voler riformare la materia e tutelare i medici; poi arriva un testo che li trasformerebbe nell’unico capro espiatorio del sistema. Il risultato? Una fuga di massa dei camici bianchi dalle strutture pubbliche.

La sensazione generale è chiara: questo emendamento è così impopolare che è già mezzo morto. Ma il semplice fatto che qualcuno lo abbia scritto e presentato è bastato per far scattare l’allarme rosso tra i medici, già stremati, già sotto pressione, già schiacciati da responsabilità infinite.

 

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