Quasi seimila emendamenti alla manovra. E spunta pure il "bonus tombe"
La solita storia: arriva una valanga di proposte che nella stragrande maggioranza salteranno. Il centrosinistra rilancia il salario minimo con le risorse messe a disposizione per l'opposizione dal Tesoro, e dal centrodestra arriva anche una detrazione del 36% per la manutenzione delle tombe.
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Il temuto assalto alla diligenza è arrivato. Una valanga di emendamenti si è abbattuta sul disegno di legge di bilancio all’esame della Commissione bilancio del Senato. Ben 5.742 proposte di modifica sono state presentate su una manovra con interventi per soli 18,7 miliardi e ristrette possibilità di ulteriori interventi, rigorosamente all’interno dei saldi. Nonostante i richiami del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, a limitare il numero di emendamenti, i senatori della maggioranza non hanno resistito alla tentazione di sottoscrivere proposte per cambiare la manovra. E hanno presentato in totale circa 1.670 emendamenti di cui 677 da Forza Italia, circa 550 da Fratelli d’Italia, 399 dalla Lega e 62 da Noi Moderati. Tra le opposizioni, il numero più alto di emendamenti è stato presentato dal M5S, ben 1.671, a seguire il Pd con 1.160, Avs con 533, Iv con 354 e circa 100 da Azione. A questi si aggiunge un pacchetto di 16 proposte di modifica concordato dai gruppi di minoranza (esclusa Azione) che porta la firma dei capigruppo Francesco Boccia (Pd), Stefano Patuanelli (M5S), Peppe De Cristofaro (Avs) e Raffaella Paita (Iv). Tra questi figura l’introduzione del salario minimo finanziato utilizzando 50 milioni del cosiddetto “tesoretto “ dei parlamentari, risorse a disposizione degli emendamenti. Su complessivi 100 milioni la quota che spetta all’opposizione è appunto la metà.
Si va dall’ampliamento della rottamazione delle cartelle fiscali, alla riapertura del condono edilizio, alla riproposizione dell’aliquota al 21% per gli affitti brevi, all’eliminazione della norma sui dividendi sulle partecipazioni inferiori al 10% che di fatto ripristina la doppia imposizione. E c’è anche un “bonus tombe” che prevede la possibilità di detrazione del 36% sulle spese per la manutenzione.
“La prossima scadenza sarà martedì, quando i gruppi parlamentari depositeranno i circa 400 emendamenti segnalati. Da lì – ha spiegato il Presidente della Commissione bilancio di Palazzo Madama, Nicola Calandrini (FdI) – entreremo nel vivo del lavoro: valuteremo prima l’ammissibilità dei segnalati e successivamente inizieremo l’esame dell’intero fascicolo”. Di fronte ad un clima che si preannuncia battagliero, Calandrini auspica “serietà, metodo e senso di responsabilità da parte di tutti”.
A leggere gli emendamenti, ognuno sembra essere rimasto sulle proprie posizioni. Gli accordi di maggioranza richiedono ancora tempo. E magari alla fine giungeranno con emendamenti dei relatori o del governo.
Forza Italia punta a riportare la tassa sugli affitti brevi del primo immobile al 21% dal 26% previsto nel ddl di bilancio. Fondamentali per il gruppo azzurro, che ha presentato i relativi emendamenti, sono l’eliminazione della tassazione sui dividendi riferiti alle partecipazioni inferiori al 10%, la soppressione dell’aumento del 2% di irap sulle holding industriali e del divieto di compensazione tra tasse e contributi, gli sgravi fiscali sulle spese veterinarie sostenute de nuclei meno abbienti. Le risorse che verrebbero a mancare dall’eliminazione della tassa sui dividendi (circa 1 miliardo a regime) verrebbero compensate dall’introduzione della cosiddetta tassa sull’oro, con la possibilità di rivalutazione di lingotti e monete pagando l’aliquota del 13%. Portano la firma del capogruppo Maurizio Gasparri, gli emendamenti che puntano al potenziamento delle misure di sicurezza connesse ai giochi invernali Milano Cortina 2026 (114 milioni attinti dal Fondo per interventi strutturali di politica economica), l’assunzione di 3.125 unità di forze di polizia per migliorare la sicurezza del territorio, il contrasto a iniziative terroristiche e il controllo dei flussi migratori.
La misura bandiera della Lega è l’ampliamento della rottamazione delle cartelle fiscali. Gli emendamenti presentati prevedono l’estensione della rottamazione quinquies ai contribuenti che hanno ricevuto l’accertamento, a condizione che abbiano presentato la dichiarazione dei redditi. Possibili novità anche sulla rottamazione quater. La Lega chiede di modificare la norma portando da una a due le rate non pagate che fanno decadere il contribuente dalla sanatoria e di “ripescare” i contribuenti decaduti da accertamento. Porta la firma della Lega anche la proposta di aumentare del 4% anziché del 2% l’aliquota irap a banche e assicurazioni per reperire un miliardo da destinare a misure a favore delle forze dell’ordine per potenziare la sicurezza del territorio.
Fratelli d’Italia punta sul condono edilizio. Il senatore Antonio Jannone propone la riapertura della sanatoria del 2023 perché “ci sono state persone che hanno avuto la possibilità di accedere alla sanatoria ed altri invece che pure pagando ne sono rimasti fuori per errore della Regione Campania, allora amministrata dal centro sinistra, nel recepimento della norma nazionale”.
Sul fronte delle opposizioni, i 16 emendamenti condivisi riguardano misure tra cui la restituzione del fiscal drag, l’introduzione del salario minimo, l’estensione dell’Autorizzazione unica per gli impianti alimentati da fonti rinnovabili a tutto il territorio nazionale, la proroga di Opzione donna, l’estensione della no tax area dell’irpef a 15.000 euro, la soppressione dell’aumento età pensionabile per il comparto sicurezza, la maggiorazione di 70 euro dell’assegno unico, l‘introduzione della “Start tax” per favorire le iniziative dei giovani, interventi per potenziare la sicurezza città finanziandoli con il taglio delle risorse previste per i centri in Albania per il trattenimento degli immigrati prima.
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Tra i bonus previsti in manovra ne spunta anche un altro. Un emendamento presentato da Forza Italia, a firma della senatrice Daniela Ternullo, prevede una detrazione dall’imposta lorda pari al 36%, per le spese documentate, sostenute a decorrere dal primo gennaio, relative a interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, di restauro e risanamento conservativo, eseguiti su tombe, cappelle, sepolcri e manufatti cimiteriali.
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