Anno: XXVI - Numero 211    
Lunedì 3 Novembre 2025 ore 13:30
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Referendum giustizia, per i sondaggi sono avanti i sì.

Elettori 5S spaccati a metà Da Youtrend a Demos, le rilevazioni sulle intenzioni di voto degli italiani sulla riforma Nordio.

Referendum giustizia, per i sondaggi sono avanti i sì.

I sondaggi, racconta chi li studia dal di dentro, «contano solo quando danno in crescita il tuo schieramento». Ma se ciascuno cerca di portarli dalla propria parte, confrontare le varie rilevazioni è comunque utile per capire “come tira il vento”, ancor di più se l’argomento in discussione è la riforma della Giustizia appena approvata in quarta e definitiva lettura dal Senato e che andrà a referendum nella prossima primavera.

Nelle ultime ore infatti sono stati pubblicati alcuni sondaggi che aiutano a capire meglio l’orientamento di voto dei cittadini, l’intenzione di andare o meno a votare, e quindi l’affluenza, e la quantità di indecisi sul da farsi. Il primo, e più recente, è quello condotto da Youtrend per Skytg24 tra il 30 e il 31 ottobre, quindi a cavallo dell’approvazione della riforma, secondo il quale i favorevoli alla conferma della legge sono il 56% degli intervistati, contro il 44% di contrari e quindi per la bocciatura del testo.

L’affluenza si attesterebbe al 56%, sostanzialmente stabile rispetto alla stessa rilevazioni condotta tre mesi fa, quando l’affluenza si fermava al 55%. In quel sondaggio, i favorevoli alla riforma erano il 51% contro il 49% di contrari, dunque si attesta una crescita di chi approva la legge che, tra le altre cose, separa le carriere di giudici e pm. Se nella ricerca di Youtrend alcuni dati sono scontati, come la grande percentuali di favorevoli alla legge tra gli elettori di FdI, Lega e Fi e un’alta contrarietà tra quelli di Pd e Avs, sono i dati su centristi e M5S a balzare all’occhio.

Gli elettori pentastellati sono infatti quasi spaccati, con il 56% contravo e il 44% favorevole. Un dato che stona rispetto ai toni utilizzati in queste ore dal leader M5S Giuseppe Conte e da parlamentari come Roberto Scarpinato che hanno messo in guardia dal rischio di deriva autoritaria in caso di via libera al referendum. Tra gli elettori di Azione, Iv e Più Europa invece soltanto il 57% è a favore, un dato molto più basso rispetto alle aspettative visto che tali partiti si sgolano ogni giorni per intestarsi l’eredità di figure da sempre pro separazione delle carriere, come Marco Pannella.

Un altro sondaggio, condotto dall’istituto Demos di Ilvo Diamanti, ma risalente al periodo 15-18 settembre e pubblicato da Repubblica, dà invece un risultato analogo alla rilevazione di Youtrend di luglio, e cioè il 51% a favore. I contrari sono il 44%, con un 5% di indecisi. Anche in questa rilevazioni tuttavia c’è una disparità piuttosto ampia tra gli elettori di Pd e M5S sulla contrarietà alla legge.

Tra i dem, contrario infatti il 70% degli elettori, che si ferma al 58% invece tra i pentastellati. «Gli elettori dei partiti al governo esprimono un sostegno esplicito alla riforma, condivisa da una maggioranza pressoché totale degli elettori di FdI ma sostenuta anche da una larga maggioranza tra coloro che sostengono Forza Italia e Lega – scrive Diamanti – Il consenso invece cala sensibilmente nella base del M5S e ancor più in quella del Pd: questa differenza cresce quando le opinioni sulla riforma del sistema giudiziario vengono considerate in base al giudizio nei confronti del governo Meloni».

Altro studio è quello condotto da Analisi Politica, che ha verificato, sull’asse dell’autocollocazione politica, quali fossero i risultati di alcuni suoi sondaggi sul tema Giustizia, effettuati in questo e negli ultimissimi anni. Differenziata l’opinione su quanto la magistratura possa essere eventualmente politicizzata: molta convinzione nel centrodestra e a destra; meno nel centro e nel centrosinistra, intorno alla metà degli intervistati; ancor meno, quasi a due su cinque, tra chi si dichiara di sinistra-sinistra.

Sulla responsabilità civile la media nazionale è dell’85%, con punte del 96% a destra-destra, un dato non dissimile a quello visto sulla richiesta di riforma in generale. Forte anche la richiesta che i magistrati vengano giudicati da un organo terzo, con un minimo del 62% di favorevoli a “sinistra-sinistra”. Da ultimo, il dato di favorevoli alla separazione delle carriere è piuttosto basso, con un 38% di “molto-abbastanza d’accordo”. Il dato più alto è quello del centrodestra, che però non va oltre il 51%.

Giacomo Puletti su Il Dubbio

 PRINCIPALI RILEVAZIONI SULLE INTENZIONI DI VOTO PER LA RIFORMA NORDIO

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