Sondaggi politici, sorpresa di settembre.
Quale partito è in crescita e chi perde terreno?
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L’ultimo sondaggio diffuso da PiazzaPulita e realizzato da Eumetra per Banijay Italia restituisce un quadro politico in movimento, ma senza scosse clamorose. Le intenzioni di voto raccolte tra il 16 e il 17 settembre 2025 segnalano infatti solo piccoli spostamenti tra i principali partiti, con Fratelli d’Italia che continua a rafforzare la propria posizione di primo partito. Il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle segnano invece un lieve calo, mentre al centro e tra le formazioni minori prevale la sostanziale stabilità.
Il margine di errore, fissato al 4%, invita a leggere con prudenza le oscillazioni registrate, ma alcune tendenze si intravedono comunque. Da un lato, la destra guidata da Giorgia Meloni resta ben piantata attorno al 30%, dall’altro le opposizioni non riescono a crescere e spesso si limitano a un gioco di vasi comunicanti, con piccoli guadagni per qualcuno compensati da perdite per altri. L’impressione generale è quella di un quadro fermo, in cui gli elettori attendono senza dare segnali di cambiamento radicale.
Eppure, non si tratta di immobilismo totale. All’interno delle coalizioni emergono dinamiche che, col tempo, potrebbero pesare di più. La Lega sembra tentare una lieve risalita, mentre i partiti centristi si sforzano di restare sopra la soglia della visibilità. Più complessa invece la situazione dell’area progressista, dove la competizione interna rischia di indebolire tutti senza intaccare la supremazia del centrodestra.
Fratelli d’Italia si rafforza, PD e M5S arretrano
L’incremento di Fratelli d’Italia, dal 29,6% al 29,9% in una settimana, non è un exploit, ma conferma una tendenza chiara: il partito di Giorgia Meloni mantiene una base elettorale solida, che non sembra incrinarsi nonostante le difficoltà della maggioranza. In parallelo, i due principali partiti di opposizione scivolano leggermente: il Partito Democratico perde lo 0,2% fermandosi al 21,8%, mentre il Movimento 5 Stelle arretra anch’esso di due decimali, scendendo al 13,3%.
Questi dati mettono in luce un problema per l’opposizione: i due poli alternativi al governo non riescono a crescere insieme. Il PD appare stabile ma privo di slancio, mentre i 5 Stelle continuano a soffrire un logoramento lento ma costante. Una situazione che rende difficile immaginare un fronte comune capace di mettere davvero in difficoltà l’attuale esecutivo.
Centrodestra: Lega e Forza Italia stabili
Nel resto del centrodestra, la Lega guadagna uno 0,2% e sale all’8,6%, un lieve segnale di ripresa dopo un periodo incerto. Forza Italia, invece, perde lo 0,1% e si attesta all’8,1%, confermando la fatica nel mantenere costante il proprio elettorato.
Tra le altre forze, Alleanza Verdi e Sinistra cala leggermente dal 6,8% al 6,6%, mentre Azione di Carlo Calenda resta ferma al 4%. Nel complesso, i partiti medi non riescono a cambiare davvero gli equilibri: gli spostamenti minimi si compensano, lasciando invariati i rapporti di forza. Per la Lega, comunque, il piccolo aumento rappresenta un timido segnale di vitalità dopo mesi difficili.
Italia Viva e +Europa crescono di un soffio
Tra i partiti minori, Italia Viva di Matteo Renzi sale dal 2,2% al 2,3%, mentre +Europa avanza dall’1,8% all’1,9%. Incrementi minimi, ma preziosi per forze che devono costantemente lottare per non scivolare sotto la soglia dell’irrilevanza politica. Noi Moderati resta stabile all’1%, e la categoria “altri partiti” conferma il 2,5%.
Questi dati mostrano come il panorama politico resti frammentato. Le formazioni minori continuano a presidiare un ruolo marginale, ma non trascurabile in prospettiva di future alleanze. Più che il peso dei singoli decimali, conterà la loro capacità di trovare intese con partiti maggiori, diventando un supporto utile in scenari elettorali futuri.
In conclusione, il sondaggio Eumetra di metà settembre 2025 offre un’immagine di sostanziale stabilità. Fratelli d’Italia resta al comando senza rivali vicini, mentre PD e M5S non sfondano. La Lega prova a rialzarsi, gli altri partiti si muovono tra frazioni di punto e i piccoli cercano di non scomparire. Nessun terremoto politico, insomma, ma piuttosto piccoli segnali che, se confermati, potrebbero trasformarsi in dinamiche più rilevanti nei prossimi mesi.
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