MILANO CAPITALE DEL MONDO UNIVERSITARIO
Il 22° Convegno nazionale dei direttori generali delle amministrazioni universitarie riunisce oltre 300 partecipanti alla Bocconi e alla Cattolica. Al centro: intelligenza artificiale, internazionalizzazione e risorse umane.
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Competizione e collaborazione, due facce della stessa medaglia per il futuro delle università italiane. È il filo conduttore del 22° Convegno Nazionale del CoDAU, la Conferenza dei Direttori Generali delle Amministrazioni Universitarie, che si è aperto ieri a Milano con un’edizione storica: per la prima volta organizzata insieme da Università Bocconi e Università Cattolica del Sacro Cuore.
Oltre 300 tra direttori generali, dirigenti e rappresentanti accademici si confrontano per tre giorni su temi cruciali: dall’impatto dell’intelligenza artificiale alla capacità di attrarre talenti, dal calo demografico al nuovo equilibrio post-PNRR.
“Il convegno è stato un bello sforzo organizzativo ed è un piacere poter ospitare a Milano per la prima volta il CoDAU insieme all’Università Bocconi e all’Università Cattolica”, ha detto Riccardo Taranto, Consigliere Delegato della Bocconi. “È molto importante l’argomento di quest’anno: come le università debbano da un lato competere, ma dall’altro collaborare. Nella realtà di oggi questo è indispensabile, fondamentale. Senza uno sforzo congiunto non possiamo affrontare le sfide dell’intelligenza artificiale, dell’internazionalizzazione e dei cambiamenti geopolitici”.
A portare il dibattito sul terreno delle persone è stata Loredana Segreto, Direttrice Generale della Sapienza Università di Roma: “Siamo a Milano per ragionare su temi concreti che riguardano la competizione e la collaborazione tra le università italiane. Ci soffermeremo in particolare sulla nostra capacità di attrarre e trattenere le risorse umane di qualità all’interno del sistema universitario. Come possiamo essere competitivi rispetto al mondo delle altre pubbliche amministrazioni e del privato per evitare la fuga del nostro personale più qualificato?”.
Segreto ha poi illustrato un rapporto realizzato con Deloitte su un campione di 15 università, volto a individuare le competenze distintive da preservare. “Faremo delle analisi per capire quali sono le competenze da mantenere e rafforzare, e lo faremo tenendo conto degli strumenti oggi più rilevanti: dal welfare allo smart working, fino a un’indagine retributiva che ci permetta di confrontarci non solo tra atenei, ma anche con altri settori”.
La Rettrice dell’Università Cattolica, Elena Beccalli, ha voluto insistere sul valore della sinergia tra le diverse anime dell’accademia. “Un’università moderna non può funzionare in assenza di una piena collaborazione tra tutte le sue componenti. È particolarmente significativo che i direttori generali si trovino oggi a dialogare insieme alla parte accademica”, ha spiegato. “La competizione serve a valorizzare l’eccellenza, ma ancora più importanti sono le opportunità che nascono dalla collaborazione. Penso allo sviluppo di percorsi formativi congiunti, a progetti di ricerca in alleanza, fino a un patto educativo per la digitalizzazione e l’intelligenza artificiale. Sfide così alte richiedono un lavoro comune”.
Beccalli ha poi richiamato il cambiamento in corso nelle nuove generazioni: “Se lavoriamo insieme, possiamo integrare i metodi tradizionali di insegnamento con le nuove tecnologie, rispondendo a un’evoluzione che è già realtà”.
Il CoDAU 2025 si conferma così non solo un appuntamento annuale, ma una piattaforma strategica per delineare un’università italiana più resiliente, innovativa e attrattiva sul piano internazionale. Una sfida che, come ha ricordato Taranto, “non consiste nello scegliere tra competizione e collaborazione, ma nel trovare il giusto equilibrio per non restare indietro”.
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