Anno: XXVI - Numero 178    
Mercoledì 17 Settembre 2025 ore 14:00
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La democrazia manipolata

Dalla giustizia alle pensioni, fino alla pubblicità politica regolata da Bruxelles: il difficile equilibrio tra consenso e pluralismo.

La democrazia manipolata

Durante le vacanze mi è capitato di sfogliare, quasi per caso, il libro “La fabbrica del consenso” di Noam Chomsky e Edward S. Herman, per i quali in un paese democratico l’indipendenza e la libertà di espressione dovrebbero essere le qualità portanti dei giornali e di tutti i media.

La realtà è però diversa perché i giornali e i media sono schierati per lo più con la maggioranza di Governo del momento e quindi, grazie alla manipolazione delle notizie, si cerca di indirizzare l’opinione pubblica.

Esempio classico la cd “riforma della giustizia” che, una volta attuata con il voto favorevole del probabile referendum, non comporterà processi, penali e civili, più rapidi nell’interesse del cittadino.

Per fare questo ci vorrebbero risorse di uomini e mezzi che non sono previste.

Come, giustamente, ha sostenuta Aiga – Associazione Italiana Giovani Avvocati – basterebbe riportare i 105 magistrati fuori ruolo, applicati con funzioni apicali al Ministero della giustizia, nel ruolo così da occuparsi della giurisdizione, per togliere quel potere politico che oggi si imputa a una parte della magistratura.

Ugualmente avviene per gli interventi sulle pensioni che, mancando le risorse economiche, vengono fatte attingendo, furbescamente, alle risorse dei lavoratori e cioè al TFR che altro non è se non retribuzione differita.

In una Italia dove l’analfabetismo funzionale è dilagante (per l’OCSE il 35% degli adulti è analfabeta funzionale e quasi la metà ha grosse difficoltà nel “problem solving” – risoluzione dei problemi) si punta alla propaganda parlando alla “pancia dei cittadini” dicendo solo ciò che loro vogliono sentirsi dire, per catturare il consenso nel breve. E con i numeri di cui sopra, spesso ci si riesce.

“La recente approvazione del Regolamento (UE) 2024/900 del Parlamento Europeo e del Consiglio – del 13.03.2024, che si applica a decorrere dal 10.10.2025,alcune norme già in vigore dall’8 agosto 2025, relativo alla trasparenza e al targeting-indirizzare un messaggio- della pubblicità politica costituisce, sul piano del diritto europeo, un passo significativo nella difficile ricerca di un equilibrio che consenta di tutelare la libera formazione del consenso e, insieme, la libertà di manifestazione del pensiero. Obiettivo sempre più ambizioso nel contesto attuale, in cui le potenzialità offerte dalla rete e, da ultimo, dall’intelligenza artificiale, consentono l’applicazione capillare – e tal volta spregiudicata – di sofisticate e potentissime tecniche di marketing alla comunicazione politica, il cui utilizzo rende sempre più evanescente il confine tra ricerca del consenso e manipolazione (Fonte: L’espressione del pensiero politico: comunicazione, propaganda, pubblicità di Concetta Giunta, ricercatrice di diritto costituzionale e pubblico, Università degli studi di Roma Torvergata in Federalismi.it, 21.05.2025).

Prendo atto, con soddisfazione, che l’Adepp nella sua newsletter comunicazione ne ha dato tempestiva notizia ai suoi associati.

Che sia una apertura al pluralismo delle idee?

 

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