Rischio in crescita nelle pensioni
Le Casse italiane puntano su azioni, immobili e infrastrutture per migliorare i rendimenti, senza trascurare il controllo del rischio.
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Il prossimo 16 ottobre dalle 9:30 alle 13:30, sempre a Roma al Cinema Barberini, si terrà l’edizione 2025 degli Stati generali dei liberi professionisti.
Un appuntamento, si legge sul sito dell’Adepp, che, come negli anni passati, coinvolgerà nel dialogo e nel confronto illustri rappresentati del mondo politico, imprenditoriale, bancario e assicurativo. A breve sul sito il programma definitivo.
Offro come panel di discussione questo approfondimento.
Per cominciare ho interrogato l’IA che mi ha dato questa risposta:
“Sì, l’asset allocation di molte casse di previdenza italiane è diventata più rischiosa tra il 2014 e il 2024, a causa della ricerca di rendimenti più elevati per sostenere i pagamenti pensionistici in un contesto di bassi tassi d’interesse e invecchiamento della popolazione. Questo ha portato a una diversificazione verso classi di attivi più volatili, come le azioni e gli investimenti alternativi.
Perché le casse di previdenza hanno aumentato il rischio
- Cerca di rendimenti più alti:
Il calo dei tassi d’interesse ha reso meno redditizie le tradizionali obbligazioni, spingendo le casse a cercare investimenti con un potenziale di rendimento maggiore, anche se più rischiosi.
- Maggiore longevità:
L’aumento dell’aspettativa di vita e l’invecchiamento della popolazione richiedono alle casse di assicurare la sostenibilità delle pensioni per un periodo più lungo, il che rende necessario un aumento dei rendimenti degli investimenti.
- Diversificazione:
Per mitigare i rischi e cercare migliori opportunità di crescita, molte casse hanno aumentato l’allocazione in asset class come le azioni e gli investimenti alternativi.
- Nuove normative e opportunità:
L’evoluzione del mercato e le nuove normative hanno consentito alle casse di investire in classi di attivi precedentemente inaccessibili, come private equity e immobiliare.
Quali sono i rischi
- Maggiore volatilità:
Investire in classi di attivi più rischiosi espone i portafogli delle casse a oscillazioni di mercato più ampie, che possono avere un impatto negativo sui rendimenti e sulla solidità finanziaria della cassa.
- Rischio di mercato:
Le fluttuazioni del mercato finanziario possono influenzare significativamente il valore degli investimenti, mettendo a rischio la capacità della cassa di far fronte ai pagamenti pensionistici.
- Complessità della gestione:
La gestione di portafogli più diversificati e rischiosi richiede competenze più avanzate e una maggiore attenzione alle condizioni di mercato.
In sintesi, sebbene l’aumento del rischio possa portare a rendimenti migliori, espone anche le casse previdenziali a maggiori volatilità e potenziali perdite.”
Ho confrontato la risposta della IA con la presentazione del 12° Report annuale – investitori istituzionali italiani iscritti, risorse e gestori per l’anno 2024 tenutasi a Milano il 10 settembre u.s. a cura del prof. Alberto Brambilla, Presidente di Itinerari previdenziali.
La risposta della IA trova conferma nei dati e nelle tavole pubblicate dal Report che ha la sua fonte nella Covip.
Dal 2014 al 2024 gli investimenti delle Casse di previdenza negli OICVM – Organismo di Investimento Collettivo in Valori Mobiliari e in OICR – Organismo di Investimento Collettivo del Risparmio sono aumentati dal 15,1% al 36,1%.
Gli investimenti in Titoli di Stato sono diminuiti dal 21,2% al 16,6%.
Gli investimenti in fondi immobiliari sono diminuiti dal 13,7% al 13,3%.
Gli investimenti in immobili sono diminuiti dal 12,2% al 2,0%.
Gli investimenti in titoli di capitale sono aumentati dall’8,1% al 8,4%.
I depositi sono diminuiti dal 9,2% al 5,9%.
Gli altri titoli di debito sono diminuiti dal 9,2% al 4,6%.
I fondi di private equity sono aumentati dall’1,2% al 4,2%.
Le polizze sono diminuite dallo 0,6% al 0,3%.
Non pago di ciò il Governo spinge le Casse di previdenza, così come i fondi pensione, ad aumentare gli investimenti in Venture capital.
Il DL 95/2025 ha, infatti, rivisto le soglie minime degli investimenti in Venture capital da parte di Fondi pensione e Casse di previdenza ai fini dell’esenzione fiscale dei rendimenti, all’interno dell’importo massimo del 10% dell’attivo patrimoniale da destinare a investimenti qualificati o ai PIR.
La soglia vincolata si riduce al 3% nel 2025, per aumentare al 5% nel 2026 e al 10% dal 2027, rapportato agli investimenti qualificati dell’anno precedente.
Il tutto senza la garanzia finale dello Stato con la conseguenza che il rischio finanziario viene semplicemente trasferito sugli iscritti, obbligati per legge ad esserlo.
Non credo che questo sia in linea con i principi costituzionali di cui all’art. 38 della nostra Carta.
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