Pronto soccorso in crisi, Simeu chiede più tutele
Riccardi: “Servono stipendi adeguati, scudo penale e meno burocrazia”.
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La sanità d’urgenza resta in affanno, tra carenze di personale, aggressioni sempre più frequenti e lo stop ai medici “gettonisti” che rischia di lasciare scoperti interi reparti. Alessandro Riccardi, presidente nazionale della Simeu (Società italiana di medicina d’emergenza-urgenza), interviene dopo il via libera in Consiglio dei ministri al disegno di legge sulle professioni sanitarie e lancia un appello: “Occorre una svolta, e la legge di Bilancio può essere l’occasione giusta”.
Scudo penale, attesa per il testo definitivo
Sul fronte della responsabilità penale dei medici, Riccardi invita alla cautela: “Se il pubblico ministero istituirà una commissione di esperti per valutare la colpa grave, sarà un vero scudo. Ma se la decisione resterà al giudice, rischiamo che diventi un concetto aleatorio e per i medici non cambierà nulla”.
Carenza cronica di personale
Secondo un’indagine Simeu condotta a luglio tra 153 direttori di pronto soccorso, mancano almeno 3.500 medici. “Negli ultimi mesi ci sono stati piccoli passi, ma non bastano – avverte Riccardi –. Bisogna intervenire sulle retribuzioni per rendere attrattivo il lavoro, riconoscere la medicina d’emergenza come lavoro usurante e snellire procedure e concorsi, oggi bloccati da burocrazia eccessiva”.
Aggressioni in pronto soccorso
Le violenze contro operatori sanitari non si fermano nonostante l’inasprimento delle pene. “Alcune Regioni, come Piemonte e Liguria, hanno scelto di costituirsi parte civile in ogni procedimento che riguardi dipendenti aggrediti – spiega –. È un segnale importante. Noi siamo contrari alla militarizzazione, ma servono più tutele legali e certezza della pena per chi colpisce il personale”.
Stop ai medici gettonisti
Dal 31 luglio è scattato il divieto di rinnovo dei contratti con le cooperative che fornivano medici a gettone. “Molti ospedali hanno superato la fase di emergenza ricorrendo a contratti con liberi professionisti, oggi equiparabili agli strutturati – sottolinea Riccardi –. Altre Regioni valutano di chiedere deroghe ai prefetti per garantire i servizi. Ma il vero punto è rendere attrattivo il lavoro nella sanità pubblica, con stipendi e tutele adeguate”.
Attese per la legge di Bilancio
La Simeu guarda ora alla prossima manovra finanziaria. “Speriamo che segni una svolta – conclude Riccardi –. Negli ultimi anni qualcosa si è mosso, ma non basta. Per salvare i pronto soccorso servono risorse certe, incentivi per chi lavora in aree disagiate e scelte coraggiose. Altrimenti sarà sempre più difficile trovare medici disponibili a lavorare nell’emergenza-urgenza”.
Adnkronos