Lettera al Direttore sull’intervento della Albanese
Caro Direttore.
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Da avvocato resto basito e indignato nell’apprendere che il Consiglio Nazionale Forense abbia deciso di ospitare, nell’ambito della formazione professionale, una lezione della signora Francesca Albanese.
Non si tratta di una scelta neutra o tecnica: si tratta di una decisione politica, e per di più di parte.
La formazione forense dovrebbe fondarsi su rigore giuridico, equilibrio e pluralità di voci. Invece, ci si trova di fronte a un palco concesso a una relatrice nota per le sue posizioni schierate, contestata da diversi Stati membri dell’ONU e incapace perfino di definire Hamas per ciò che è: un’organizzazione terroristica.
La beffa è che il tutto sia stato presentato come occasione di aggiornamento professionale, valido persino per i crediti formativi. Così facendo il CNF svilisce la funzione educativa, trasformando la formazione degli avvocati in una passerella ideologica, con grave danno per l’immagine della nostra professione.
Mi chiedo quale messaggio si intenda dare: che l’avvocatura italiana debba farsi megafono di tesi unilaterali, sacrificando l’imparzialità al dogma politico? Se così fosse, sarebbe un vulnus irreparabile per la credibilità del nostro Ordine.
Da avvocato, non posso che rifiutare con fermezza questa deriva. E invito il CNF a ricordare che la nostra toga non appartiene a una fazione, ma alla giustizia.
As205 Foro di Roma
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