Sovraffollamento carcerario: il Consiglio nazionale Forense rilancia il ruolo degli avvocati
Diffuse le linee guida nazionali per garantire i diritti dei detenuti e favorire il loro reinserimento.
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Il 14 luglio 2025 si è tenuto il primo incontro operativo promosso dalla Commissione del Cnf per le persone private della libertà personale. Per affrontare l’emergenza dovuta al sovraffollamento carcerario e al trend crescente di suicidi, il Consiglio nazionale Forense intende rilanciare l’azione dell’avvocatura nel sistema penitenziario, diffondendo linee guida nazionali per un’azione capillare a garanzia dei diritti dei detenuti e presentando proposte operative per il loro reinserimento sociale. “Tutti gli avvocati devono essere in prima linea per garantire tutela della salute, socialità, trattamento ed affettività in carcere”.
L’appello arriva dal Presidente del Consiglio Nazionale Forense, Francesco Greco, a margine dell’incontro operativo del 14 luglio scorso, promosso dalla Commissione per le persone private della libertà personale, insieme ai referenti Carceri degli Ordini degli Avvocati, con l’obiettivo di dare vita ad una Rete nazionale dedicata ad affrontare in modo sistemico le criticità dell’esecuzione penale. Per il Cnf, occorre rafforzare la presenza dell’Avvocatura in tutte le fasi, dal procedimento davanti al Tribunale di Sorveglianza fino ai tavoli regionali per la sanità penitenziaria, in modo da costituire un presidio giuridico e civile a garanzia dei diritti, della legalità e della dignità anche oltre le mura del carcere.
L’avvocatura istituzionale, esordisce il Presidente Greco, deve dare risposte concrete per contribuire a risolvere un’emergenza insostenibile, dovuta al sovraffollamento degli istituti penitenziari, con oltre 10 mila detenuti in più rispetto alla capienza massima delle carceri e ad un trend costante di suicidi (37 dall’inizio dell’anno). Appena qualche giorno fa, il Ministro della Giustizia Carlo Nordio, durante il question time al Senato, aveva respinto l’idea di risolvere l’emergenza carceraria con la liberazione anticipata, escludendo decisamente qualunque correlazione tra sovraffollamento carcerario e crescita del numero di suicidi nelle carceri.
Ma i 37 suicidi già avvenuti da inizio anno costituiscono un numero inammissibile per l’Avvocatura, che ha individuato 15 linee guida da diffondere a tutti gli Ordini Forensi, per armonizzare l’azione degli avvocati nei territori e in particolare per monitorare costantemente le condizioni detentive e sanitarie, realizzare protocolli per la prevenzione dei suicidi, assicurare uniformità nei colloqui difensore-detenuto, garantire il diritto all’affettività, favorire l’inclusione sociale e rafforzare le misure alternative.
“Lo Stato non può chiedere legalità se è il primo a violarla, come avviene oggi nelle carceri sovraffollate e inadeguate”, denuncia la Coordinatrice della Commissione Cnf per le persone private della libertà personale, Francesca Palma.
Il Cnf comunica che sono già 100 gli Ordini che hanno nominato referenti per le carceri e 24 hanno istituito una commissione dedicata. L’obiettivo è quello di estendere questo modello con commissioni autonome ma coordinate, e capaci di rispondere alle specificità locali adottando le linee guida nazionali, ma anche di assicurare la presenza dell’avvocatura ai tavoli regionali per la sanità penitenziaria, come accade già in Veneto e in Umbria, e di istituire Osservatori distrettuali presso i Tribunali di sorveglianza, per velocizzare l’esame delle istanze e rafforzare il diritto di difesa. Sul piano operativo il CNF propone anche la stipula di convenzioni con le imprese per l’inserimento lavorativo, l’istituzione di sportelli per i diritti (dall’anagrafe all’INPS), la previsione di percorsi di reinserimento anche attraverso borse lavoro.
di Sara Occhipinti
altalex.com.
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