Anno: XXVI - Numero 146    
Venerdì 25 Luglio 2025 ore 13:45
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LE CASSE CAMBIANO VOLTO

Al centro governance e competenze.

LE CASSE CAMBIANO VOLTO

Concludendo la sua indagine sulla composizione del patrimonio delle Casse di previdenza, la Commissione bicamerale di controllo ha evidenziato che “mancano, ad oggi, previsioni normative in tema di requisiti di onorabilità, di professionalità e di indipendenza” e che “in particolare, l’appartenenza degli organi di vertice delle Casse alle specifiche professioni cui sono legati i singoli enti può comportare in determinati casi l’assenza di una formazione professionale specifica nelle materie economiche, statistiche e giuridiche, presupposto necessario per l’efficace espletamento dell’incarico secondo professionalità, competenza e correttezza”.

L’emanando regolamento sugli investimenti per le Casse di previdenza all’art. 4 nel disciplinare i criteri di investimento, al numero 3 prevede che: “gli enti, anche in cooperazione tra loro, si dotano di procedure e di strutture organizzative professionali e tecniche, disciplinate con regolamento da adottarsi entro sei mesi dalla data di entrata in vigore del decreto stesso, recante anche l’indicazione dei compiti e delle responsabilità dei soggetti coinvolti nelle varie fasi del processo di investimento, adeguate alla dimensione e alla complessità del portafoglio, alla politica di investimento che intendono adottare, ai rischi assunti nella gestione, alla modalità di gestione diretta o indiretta e alla percentuale di investimenti effettuati in beni diversi dagli strumenti finanziari negoziati nei mercati regolamentati e in OICR alternativi (FIA). In tale ambito, gli enti adottano processi e strategie di investimento adeguati alle proprie caratteristiche e per i quali siano in grado di istituire, applicare e mantenere politiche e procedure di monitoraggio, gestione e controllo del rischio che siano congruenti e separate rispetto alle attività di investimento.

La gestione diretta richiede strutture, professionalmente rispondenti agli specifici rischi e alle caratteristiche delle attività detenute. Gli enti, a tal fine, verificano regolarmente l’adeguatezza e l’efficacia della struttura, delle politiche e delle procedure, adottando le conseguenti misure correttive”.

Poiché, come ho scritto più volte, e com’è unanimemente riconosciuto dagli esperti in materia, tra 15 – 20 anni le pensioni dei professionisti, più che dalla contribuzione degli iscritti, dipenderanno dal rendimento del patrimonio accumulato, la questione di cui sopra non è di poco momento e non basterà certo dire che le Casse già dispongono di strutture adeguate!

Oggi bisogna fare i conti sempre più con l’asset allocation strategica (AAS), con l’asset allocation tattica (AAT), con l’asset allocation dinamica (AAD), con l’ALM (Asset Liability Management), con il funding ratio.

Per AAS s’intende l’asset allocation elaborata sulla base dell’ALM ed espressa sia nel lungo periodo (in funzione delle proiezioni del bilancio tecnico a 30 e 50 anni) che nel medio periodo (ovvero sull’arco temporale del triennio, periodo indentificato per la gestione attiva del preventivo).

Per AAT s’intende la distribuzione del portafoglio corrente (ovvero sull’arco temporale dei 12 mesi coincidenti ad un anno solare).

Per AAD s’intendono i rapidi adattamenti del portafoglio a brusche variazioni del mercato consentite per cogliere opportunità di mercato ma gestite con le modalità di rientro indicate nell’asset allocation tattica di ciascun ente.

Le prestazioni sono relative anche alla valutazione della performance finanziaria, alla performance attribution e del rischio portafoglio nonché all’attività di supporto nelle analisi e valutazione dei rischi del portafoglio che l’advisor dovrà svolgere a favore degli organi interni di amministrazione di ciascuna Cassa.

La funzione dell’advisor, ex ante e ex post, è particolarmente importante e bisogna superare le critiche mosse dalla Commissione bicamerale di controllo la quale, nel report sovra indicato ha osservato che “nell’attività di investimento delle Casse si registra un forte coinvolgimento degli advisor. Tale coinvolgimento, dovrebbe peraltro supportare le Casse nella definizione di politiche di investimento che tengano conto delle differenti specificità delle platee di riferimento, che pure esistono, essendo correlate a diverse categorie di professionisti. Tuttavia dall’indagine è emersa una certa omogeneità delle politiche di investimento, che sembra quindi non essere in linea con tale premessa. Inoltre, nella comparazione delle politiche di investimento delle diverse Casse, si è riscontrata l’assenza di una diretta relazione tra rischi e rendimenti. Inoltre, nel periodo considerato risulta che la sommatoria dei saldi previdenziali e assistenziali (pari a 21,89 miliardi di euro) è prossima alla sommatoria dei risultati di esercizio (pari a 21,92 miliardi di euro). In conclusione sembrerebbe opportuno rafforzare quantitativamente e qualitativamente le strutture interne delle Casse nonché la robustezza delle procedure secondo le quali le Casse interagiscono con gli advisor, al fine di gestire il rischio di eccessivo affidamento”.

Naturalmente, come ha scritto Cassa Forense nell’ultimo bando per l’affidamento del servizio, fonte di questa mia analisi, l’advisor è assolutamente e specificamente escluso da qualsiasi operatività inerente la selezione o promozione di investimenti. Lo svolgimento di tale attività, anche in via indiretta, costituirà grave inadempimento e legittimerà la Cassa alla risoluzione dell’affidamento anche ai sensi dell’art. 1456 c.c.

In buona sostanza nei CdA delle Casse di previdenza debbono entrare, per la gestione e il controllo degli investimenti, personalità in possesso di comprovata professionalità proprio per poter rapportarsi con gli advisor, ex post ed ex ante, e non dipendere da loro.

Facciamo qualche esempio per capire la delicatezza del problema che pongo.

Quale amministratore oggi verifica l’aderenza del portafoglio all’asset allocation definita, nonché la relativa coerenza con la struttura ALM, monitorando anche l’andamento del funding ratio che misura il rapporto tra la patrimonializzazione e l’ammontare del debito latente?

Chi misura la redditività e i rischi del proprio portafoglio?

Chi monitora la policy ESG, attraverso il modello utilizzato dall’advisor per la valutazione della sostenibilità degli investimenti?

Chi sa anticipare le criticità derivanti dalla composizione del portafoglio attraverso modelli predittivi e di simulazione?

Chi supporta , attraverso l’analisi del rischio ex ante, le decisioni di investimento strategico e tattico?

E molto altro ancora.

Cassa Forense ha recentemente costituito due Sicaf e Sicav per la gestione, se non ricordo male, di 3 miliardi di euro e chi ha mandato nei due CdA?

Dalla risposta che non tarderò a darvi, capirete l’importanza del tema che sto trattando pur tenendo in debito conto che si tratta di una Sicav in gestione esterna: “l’Oicr aperto costituito in forma di società per azioni a capitale variabile con sede legale e direzione generale in Italia avente per oggetto esclusivo l’investimento collettivo del patrimonio raccolto mediante l’offerta di proprie azioni e che designa come gestore esterno una Sgr o una società di gestione UE o un GEFIA UE secondo quanto previsto dall’articolo 38 TUF” e di una Sicaf in gestione esterna: “l’Oicr chiuso costituito in forma di società per azioni a capitale fisso con sede legale e direzione generale in Italia avente per oggetto esclusivo l’investimento collettivo del patrimonio raccolto mediante l’offerta di proprie azioni e di altri strumenti finanziari partecipativi e che designa come gestore esterno una Sgr o un GEFIA UE secondo quanto previsto dall’articolo 38 TUF”.

La nuova disciplina (Legge 5 marzo 2024, n. 21, legge capitali) è volta a facilitare l’utilizzo di tali veicoli nel settore del private equity e venture capital (anche nell’ambito dei club deal e come alternativa alle società di partecipazione finanziaria) e nelle operazioni di investimento immobiliare (per le quali le SICAF possono beneficiare del medesimo trattamento fiscale di favore dei fondi immobiliari).

Ecco perché, a mio giudizio, è indispensabile, come ho già scritto, che le Casse, almeno per gli investimenti, creino un centro specializzato, perché dal suo successo o meno, è legato il futuro delle pensioni dei professionisti italiani.

 

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