Anno: XXVI - Numero 126    
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Meloni guida riunione informale sui rimpatri

Focus su soluzioni innovative per la gestione migratoria.

Meloni guida riunione informale sui rimpatri

A margine del Consiglio europeo, il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, insieme ai primi ministri danese, Mette Frederiksen, e olandese, Dick Schoof, ha ospitato una nuova riunione informale tra alcuni degli Stati membri più interessati al tema delle soluzioni innovative da applicare alla gestione del fenomeno migratorio e in particolare al rafforzamento del quadro legale in materia di rimpatri. Lo rende noto Palazzo Chigi.

Insieme a Italia, Danimarca, Paesi Bassi e Commissione europea, hanno preso parte all’incontro Austria, Belgio, Cipro, Germania, Grecia, Lettonia, Malta, Polonia, Repubblica Ceca, Svezia e Ungheria. La presidente Ursula von der Leyen ha illustrato i principali filoni di lavoro della Commissione in ambito migratorio, concentrandosi in particolare sullo stato di avanzamento dei negoziati relativi alle più recenti proposte legislative in ambito migratorio a partire dal nuovo “Regolamento Rimpatri”, confermando allo stesso tempo la convocazione di un nuovo Vertice della Coalizione globale contro il traffico di migranti per il prossimo 10 dicembre a Bruxelles.

Oltre a esprimere soddisfazione per i risultati sinora raggiunti dal gruppo informale di Nazioni più interessate alle soluzioni innovative, il presidente Meloni ha indicato “alcuni nuovi filoni di lavoro, a partire dai seguiti della lettera aperta dello scorso 22 maggio in tema di convenzioni internazionali e loro capacità di rispondere alle sfide della migrazione irregolare – spiega Palazzo Chigi -. Nel ringraziare la Presidente von der Leyen per il lavoro operativo e concreto portato avanti, i leader presenti hanno concordato di continuare a mantenere uno stretto raccordo anche in vista dei prossimo appuntamenti europei di vertice “.

Come ogni summit europeo, la premier riunisce i paesi “più interessati alle soluzioni innovative” sull’immigrazione. Ovvero alla revisione della Convenzione europea dei diritti umani per espulsioni rapide, hub di rimpatrio extra Ue, deportazioni negli Stati terzi, scontri con i giudici in patria. Merz si unisce al gruppo, sono 14 paesi, tra cui la Danimarca da luglio presidente di turno

E con la Germania sono 14. Ormai c’è la metà degli Stati membri dell’Ue ai vertici ristretti sull’immigrazione organizzati da Giorgia Meloni a Bruxelles a ogni Consiglio europeo. Appuntamenti che sono diventati una sorta di prassi prima dell’inizio del summit vero e proprio, una tradizione avviata dalla premier italiana insieme alla danese Mette Frederiksen, socialista eppure di linea molto affine a Meloni sull’immigrazione, e all’Olanda, che fino a poche settimane fa ha avuto un governo di centro con la destra estrema di Geert Wilders (che sfilandosi, ha imposto nuove elezioni a ottobre). La novità è che stavolta partecipa anche il tedesco Friedrich Merz, peso massimo dell’Unione Europea che da quando è al governo sta perseguendo una politica severa di respingimenti al confine, ritenuti illegali dai giudici di Berlino, eppure difesi dal cancelliere, entrato così in un braccio di ferro con la magistratura come la stessa Meloni sui centri per i migranti in Albania.

 

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