Commercialisti,80 Ordini locali appoggiano riforma professionale
Per il presidente de Nuccio è 'chiaro consenso politico diffuso'
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“Oltre 80 Ordini territoriali dei commercialisti, che rappresentano la maggioranza assoluta degli iscritti, hanno fatto pervenire al Consiglio nazionale della categoria altrettante mail in cui si esprimono a favore della riforma dell’ordinamento della professione.
Nel momento in cui, secondo autorevoli fonti di stampa, il governo si appresta a presentare un disegno di legge delega in Consiglio dei ministri per la riforma della professione, i presidenti territoriali chiedono con forza che venga valorizzato il lavoro svolto dal Consiglio nazionale, come già avvenuto nel recente intervento normativo sulla perimetrazione delle responsabilità del collegio sindacale”.
Così, in una nota il Consiglio nazionale dei commercialisti, il cui presidente Elbano de Nuccio scrive che è “un attestato di fiducia straordinario, che arriva da chi ogni giorno rappresenta la categoria sui territori, e che riconosce nel Consiglio Nazionale la guida autorevole, credibile e coraggiosa di un cambiamento tanto atteso. Il testo approvato dal Consiglio, frutto di un anno di confronto con tutte le componenti della professione – dai 132 ordini territoriali alle sigle sindacali, fino alle due Casse di previdenza, la Cassa dottori commercialisti e la Cassa dei ragionieri – è ritenuto da tutti i sottoscrittori una solida base di partenza per accompagnare la professione nel futuro. Un impianto moderno, aperto a miglioramenti, che supera i limiti dell’attuale ordinamento e risponde con concretezza alle sfide di un contesto socioeconomico profondamente mutato”, evidenzia.
“Ricevere oltre 80 manifestazioni convinte di sostegno da parte dei presidenti degli Ordini -dichiara – non è solo motivo di orgoglio personale, ma è anche la conferma politica e morale di una linea condivisa e sentita. Di fronte a questo largo consenso – prosegue – appare ancora più grave e ingiustificabile il tentativo di alcuni esponenti – solo 8 ordini tra cui Roma, Milano, Torino e Firenze – di bloccare il percorso di riforma attraverso iniziative scomposte, divisive e irrispettose dell’istituzione di cui essi stessi fanno parte. Il futuro della categoria non può essere ostaggio di chi antepone logiche personali alla responsabilità collettiva”.
Per de Nuccio “una riforma autentica e lungimirante non può più attendere”.
Ansa
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