Quando Gratteri era d'accordo.
Spunta un suo audio sui test ai magistrati. Il magistrato nel 2019 proponeva prove di idoneità psico-attitudinali per i giudici "ogni cinque anni".
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C’è il Nicola Gratteri di oggi. E poi c’è il Nicola Gratteri di ieri. Sono la stessa persona, a parte gli anni in più sulle spalle, il ruolo diverso e le idee un tantino agli antipodi: tre anni fa il pm era alla procura di Catanzaro e oggi a quella di Napoli; nel 2019 era favorevole ai test psico-attitudinali per i magistrati e oggi critico al punto da proporre test antidroga per i politici.
Riassumiamo. Nei giorni scorsi il governo ha emanato il decreto che introduce il famoso esame “Minnesota” per gli aspiranti magistrati come già previsto per medici, piloti e soprattutto per le forze dell’ordine, compresa la polizia giudiziaria guidata dai pm che oggi tanto protestano. La magistratura rumoreggia. E non poco. Tanto che pure Gratteri, sollecitato dalle domande dei cronisti a Napoli a margine di una conferenza stampa, ha sparato a pallettoni contro l’esecutivo: secondo il neo procuratore campano, infatti, i test “andrebbero praticati a coloro che occupano posizioni apicali e anche a chi ha responsabilità di governo” e a questi esami “andrebbero affiancati anche il narco test e l’alcol test”. Il motivo? “Chi è sotto l’effetto di cocaina, può fare ragionamenti alterati o prendere decisioni frutto di ricatti” e “chi magari quel giorno è ubriaco può dire delle cose che possono condizionare l’opinione pubblica in modo negativo”.
Ognuno è libero di pensarla come vuole, ovviamente. E anche di cambiare idea. Perché il Gratteri che oggi bombarda i test psico-attitudinali, ieri li promuoveva a pieni voti. A scovare una vecchia dichiarazione del procuratore è stata Quarta Repubblica. Ospite di Massimo Giannini a Radio Capital il 27 novembre del 2019, Gratteri diceva: “Berlusconi una volta ha detto una cosa giusta: ai magistrati bisogna fare i test psico-attitudinali” perché “è un lavoro molto logorante”. Ma attenzione: per Gratteri non bastava neppure farlo all’inizio del percorso, come deciso dal governo. Ma addirittura andavano realizzati “ogni cinque anni” e “in modo anonimo”. Come mai tre quattro anni fa erano salifichi e oggi invece sono da condannare?
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