"Facci entrare". E l'infermiere viene picchiato da dieci persone
Ad Acerra (Napoli) un infermiere è stato picchiato da dieci persone alla clinica Villa dei Fiori. A denunciare l'accaduto l'associazione "Nessuno Tocchi Ippocrate", che pubblicato le foto dell'operatore sanitario
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Scene che lasciano senza parole ad Acerra, vicino Napoli, dove un infermiere è stato brutalmente assalito da dieci persone. La cruenta aggressione si è consumata all’interno del pronto soccorso della clinica Villa dei Fiori.
Intorno alle sedici circa di domenica un’ambulanza è arrivata al pronta soccorso della clinica, con a bordo un uomo in codice giallo con un leggero dolore toracico. I parenti del paziente, giunti anche loro alla clinica, sono apparsi fin da subito agitati, iniziando a prendere violentemente a calci e pugni la porta d’ingresso del pronto soccorso. Una giovane infermiera si è avvicinata per aprire porta e dopo pochi secondi è stata travolta da un gruppo di dieci persone.
La denuncia è partita dall’associazione “Nessuno Tocchi Ippocrate” che quotidianamente si impegna a difendere i lavoratori che operano nel mondo sanitario. “Non abbiamo parole per lo schifo che pervade la nostra anima alla vista di queste immagini – scrive l’associazione – l’infermiere stamane è uscito di casa sano e ritorna come se avesse fatto 10 round di Mma!”. Poi l’appello al diretto al ministro dell’Interno Piantedosi:”Vogliamo il posto di polizia anche a Villa dei Fiori. Non esistono pronto soccorso di serie A e di serie B”.
L’associazione ha anche pubblicato le foto del malcapitato infermiere. L’uomo ha due gravi tagli alla testa, uno poco sopra il sopracciglio sinistro, l’altro vicino l’occhio destro. Anche l’addome risulta ammaccato. Le foto in pochissime ore hanno fatto il giro del web suscitando l’indignazione di tutti. “Come si può ridurre in questo stato un uomo che si alza quotidianamente per salvare delle vite? – si chiede un uomo in un gruppo dedicato alla cittadina di Acerra -. Questo deve essere monito per le Istituzioni affinché mettano in ogni presidio medico il posto di polizia, così che questi episodi non capitino più”.
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