Equo compenso: FdI, regole dopo il caos, Pd contro le sanzioni
All'evento Anc (commercialisti) botta e risposta Dondi-Gribaudo
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La proposta di legge del centrodestra sull’equo compenso per le prestazioni professionali è stata al centro, ieri, a Roma, di uno dei dibattiti organizzati dall’Anc, Associazione nazionale commercialisti.
A confrontarsi sul testo, all’esame della Commissione Giustizia della Camera (e atteso in Aula il 23 gennaio), la deputata di FdI Daniela Dondi e la collega del Pd Chiara Gribaudo: “Lunedì in Assemblea arriva il provvedimento – ha detto l’esponente del partito di Giorgia Meloni – e torniamo a regolamentare così i costi delle prestazioni dopo anni di incertezze”, aggiungendo che l’iniziativa sulla giusta remunerazione per i lavoratori autonomi iscritti ad Ordini e Collegi “serve a tutelare il professionista e, per questo, concordo con il mantenere l’impianto originario, e votarla quanto prima”, ha sostenuto Dondi.
Di diverso avviso Gribaudo, secondo cui, senza modifiche “si rischia di produrre una norma che lascia ampie zone grigie sulle sanzioni” comminate dagli Ordini ai professionisti che non osservano l’equo compenso. “Ritengo, inoltre – ha proseguito la parlamentare di centrosinistra – che la politica non possa decidere al posto degli Ordini sui procedimenti disciplinari a carico degli iscritti”. A difendere il provvedimento anche il deputato di FdI Andrea de Bertoldi: “Quando ero un giovane commercialista, a difendere il mio lavoro ci pensavano le tariffe professionali (abrogate nella seconda metà degli anni Duemila con le cosiddette ‘lenzuolate’ dell’allora ministro dello Sviluppo economico Pier Luigi Bersani, ndr), ora è giusto che la nostra maggioranza faccia arrivare in porto una legge, affinché le prestazioni di tutti professionisti siano soggette ad un equo compenso”, ha concluso.
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