La crisi del lavoro autonomo
E la fibrillazione della previdenza dei professionisti
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Tra il secondo trimestre del 2019 e lo stesso periodo del 2020 ammontano a 219mila i lavoratori autonomi che hanno cessato l’attività, la metà dei quali appartiene a una fascia di età compresa tra i 30 e i 39 anni.
Secondo il report della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, “La crisi senza fine del lavoro autonomo”, la pandemia ha gravato enormemente sul lavoro autonomo, un comparto fortemente ridimensionato dalla crisi del 2008. Il blocco delle attività ha portato a conseguenze difficili da superare, tanto che il 79% dei liberi professionisti ha subito una diminuzione delle entrate tra aprile e maggio, calo che nel 35,8% dei casi è stato superiore al 50%.
La cd. privatizzazione del 1994 sul versante previdenziale ha avuto come contropartita l’autofinanziamento quale regola cogente, l’impegno a mantenere l’equilibrio finanziario di bilancio per 50 anni con il rispetto della solidarietà endocategoriale il che scarica sulle Casse di previdenza i maggiori oneri finanziari.
In capo alle Casse, per dottrina e giurisprudenza ormai consolidate, coesistono due profili: in ordine alle funzioni sono pubbliche amministrazioni, in ordine alla gestione sono private con tutti i controlli pubblici.
Per resistere alla crisi del mercato del lavoro le Casse sono oggi obbligate a ricercare sui mercati finanziari un maggior rendimento delle riserve accumulate il che però, non potendo fare affidamento su contributi diretti o indiretti dello Stato, le espone ai rischi non indifferenti dei mercati finanziari.
Le vicende demografiche e reddituali stanno mettendo in fibrillazione il sistema della previdenza dei liberi professionisti.
Secondo l’insegnamento della Corte dei Conti la sostenibilità delle Casse di previdenza deve guardare più alla contribuzione che al rendimento del patrimonio
Invece che tanti convegni sulla autonomia e sui criteri di investimento sarebbe importante un convegno, esteso a tutti i liberi professionisti, per valutare insieme la situazione e decidere il da farsi prima che sia troppo tardi.
Dum loquimur fugerit invida aetas: carpe diem, quam minimum credula postero (Orazio).
Tratto da Diritto e giustizia
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