Decreto “Sostegni”, le novità in materia di lavoro e fisco
Nella circolare n. 6/2021 della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro le prime indicazioni interpretative del D.L. n. 41/2021
In evidenza
Un provvedimento necessario ma insufficiente, mirato a contenere le criticità con politiche passive difensive. Potrebbe essere questa la sintesi del decreto legge n. 41/2021, meglio noto come decreto “Sostegni”, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 22 marzo 2021 e analizzato dagli esperti della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro con la circolare n.6/2021 per fornire le prime indicazioni interpretative sull’atteso provvedimento.
Sebbene soddisfi il superamento dei codici Ateco quale metodo di selezione dei beneficiari, includendo così anche gli studi professionali, finora emarginati dai provvedimenti emergenziali dello scorso anno, sul fronte delle norme lavoristiche non si può non notare l’assenza di un robusto intervento in materia di politiche attive, quanto mai necessario per dare prospettiva e visione al decreto. Come sottolinea il Presidente della Fondazione Studi, Rosario De Luca, nella premessa “il provvedimento non contiene elementi utili a definire una exit strategy dalla crisi economica pandemica”. Tra le misure analizzate nella circolare, le novità riguardanti ammortizzatori sociali; licenziamenti; contratto a tempo determinato; lavoratori stagionali, dello spettacolo e dello sport; contributi a fondo perduto, riscossione delle cartelle esattoriali; somme dovute in base alle dichiarazioni dei redditi e Iva.
Altre Notizie della sezione
Pnrr missione salute: al 1° trimestre 2024 rispettate tutte le scadenze europee.
30 Aprile 2024Riforma assistenza territoriale e nodo infermieri.
Il bilancio consuntivo 2023 di Cassa Forense
29 Aprile 2024Saper leggere, interpretare e analizzare il bilancio d’esercizio permette, al di là del mainstream corrente, di avere informazioni precise sullo stato di salute della Fondazione.
Approvato il nuovo Patto di Stabilità europeo
24 Aprile 2024Via libera del Parlamento europeo a requisiti meno restrittivi. I Paesi con un debito superiore al 90% del Pil dovranno ridurlo di un punto percentuale ogni anno.