Evasione dell'Iva dimezzata in cinque anni.
Il direttore dell'Agenzia delle Entrate, Vincenzo Carbone, sottolinea come si sia passati da 35 miliardi a 17,8: "Il modello italiano è un riferimento per altri Paesi europei".
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La lotta all’evasione fiscale in Italia mostra risultati concreti. Secondo i dati illustrati dal direttore dell’Agenzia delle Entrate, Vincenzo Carbone, l’introduzione della fatturazione elettronica e dello split payment ha prodotto un effetto tangibile sul recupero dell’imposta sul valore aggiunto. A partire dal 2019, spiega Carbone, l’e-fattura ha generato un “effetto di compliance” compreso tra 1,7 e 2 miliardi di euro l’anno, mentre lo split payment ha garantito un impatto complessivo di circa 4,6 miliardi.
L’effetto combinato delle due misure, unite alla progressiva digitalizzazione dei processi fiscali, ha contribuito a dimezzare in soli cinque anni il divario Iva, passato da oltre 35 miliardi di euro nel 2015 a 17,8 miliardi nel 2021. “Il notevole anticipo della vision italiana sull’adozione della fatturazione elettronica obbligatoria e l’efficienza del relativo processo, gestito dal Sistema di Interscambio, ha consentito al modello italiano di diventare un riferimento per altri Paesi europei“, ha affermato Carbone in audizione presso la commissione Anagrafe tributaria.
Dal 2019 la fatturazione elettronica è diventata obbligatoria per imprese e professionisti, trasformando radicalmente il modo di documentare e trasmettere le operazioni economiche. Il sistema, basato sull’invio delle fatture attraverso il portale dell’Agenzia delle Entrate, ha permesso un controllo immediato dei flussi e una maggiore tracciabilità delle transazioni. Secondo Carbone, i benefici si sono tradotti in un aumento spontaneo della compliance fiscale stimato tra 1,7 e 2 miliardi di euro l’anno. L’automatizzazione dei processi e la disponibilità in tempo reale dei dati hanno ridotto la possibilità di errori e frodi, aumentando la trasparenza e il rispetto degli obblighi fiscali.
Introdotto per i fornitori della pubblica amministrazione e successivamente esteso ad alcune categorie di società partecipate, lo split payment prevede che l’Iva indicata in fattura non venga incassata dal fornitore ma versata direttamente all’Erario. Questo meccanismo ha garantito un gettito stabile e immediato, impedendo il rischio di mancati versamenti dell’imposta dovuta. L’Agenzia delle Entrate stima che la misura abbia generato un “effetto di compliance” complessivo pari a 4,6 miliardi di euro. Il sistema, pur con un impatto gestionale per le imprese, ha ridotto significativamente il gap IVA e rafforzato la lotta all’evasione strutturale.
I numeri confermano l’efficacia delle misure digitali adottate. Nel 2015 l’evasione Iva superava i 35 miliardi di euro, rappresentando una delle principali criticità del sistema fiscale italiano. In appena cinque anni, la cifra si è quasi dimezzata, attestandosi a 17,8 miliardi nel 2021. Un risultato che, secondo l’Agenzia delle Entrate, è stato reso possibile dalla combinazione di strumenti tecnologici, controlli mirati e cooperazione interistituzionale. L’Italia, oggi, mostra uno dei tassi di miglioramento più significativi in Europa sul fronte della compliance fiscale.
Al centro della rivoluzione digitale fiscale italiana c’è il Sistema di Interscambio, la piattaforma che gestisce l’invio, la ricezione e il controllo delle fatture elettroniche. Operativo dal 2014 e potenziato negli anni successivi, il sistema consente di monitorare in tempo reale milioni di transazioni, garantendo la correttezza dei dati e la loro trasmissione sicura. Carbone ha sottolineato che “l’efficienza del processo, unita al precoce obbligo di adozione della fatturazione elettronica, ha reso il modello italiano un riferimento per altri Paesi europei”. Molti Stati membri, infatti, stanno studiando l’esperienza italiana per introdurre sistemi simili di controllo dell’Iva a livello nazionale e comunitario.
L’Agenzia delle Entrate punta ora a rafforzare l’integrazione dei dati tra sistemi fiscali, doganali e bancari, per ampliare ulteriormente la capacità di individuare comportamenti a rischio. L’obiettivo è ridurre progressivamente il gap residuo, portando la perdita Iva sotto i 10 miliardi entro pochi anni. Il modello italiano di fatturazione elettronica, considerato un esempio di innovazione amministrativa, potrebbe essere esteso anche ad altri ambiti della fiscalità, consolidando la posizione del Paese come leader europeo nel contrasto all’evasione e nella modernizzazione dei processi tributari.
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