Anno: XXVI - Numero 143    
Martedì 22 Luglio 2025 ore 14:00
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Sondaggi politici, quali partiti sono cresciuti e quali crollati in mille giorni di governo Meloni

Fratelli d’Italia ha continuato a crescere, ma sono soprattutto Pd e Verdi-Sinistra che negli ultimi mille giorni, dall’inizio del governo Meloni, hanno fatto salti in avanti nei consensi. Il M5s, invece, è calato parecchio.

Sondaggi politici, quali partiti sono cresciuti e quali crollati in mille giorni di governo Meloni

Lo mostra la nuova Supermedia di sondaggi politici di Youtrend. La fiducia del governo, intanto, è in calo: solo un italiano su tre ha un parere favorevole.

Fratelli d’Italia era la prima forza politica del Paese mille giorni fa, quando nacque il governo Meloni, e lo è ancora di più oggi, dopo aver guadagnato altri due punti nei sondaggi. Nel complesso, tutto il centrodestra si è mantenuto piuttosto solido ed è cresciuto nei consensi. Ma le due forze politiche che hanno visto i miglioramenti maggiori sono Pd e Avs: una crescita ‘compensata’ dal fatto che invece il Movimento 5 stelle, rispetto al 22 ottobre del 2022, si trova diversi punti più in basso.

La nuova Supermedia dei sondaggi politici, realizzata da Youtrend per Agi, permette di fare il punto confrontando i risultati di oggi con quelli pubblicati il 21 ottobre di tre anni fa, un giorno prima che l’esecutivo entrasse ufficialmente in carica. E anche se i partiti del centrodestra vanno bene, l’operato del governo lascia a desiderare: solo un italiano su tre dà un giudizio positivo.

Fratelli d’Italia, Pd e Avs volano: male il M5s e l’ex Terzo polo

Fratelli d’Italia è al 29,4%, un risultato di 2,2 punti più alto rispetto a quando il governo Meloni ha iniziato il suo operato. Negli ultimi due anni e mezzo circa FdI è sempre riuscito a mantenere alto il livello dei suoi consensi, oscillando attorno alla soglia del 30%. Né gli scandali che hanno colpito il governo, né quelli di partito o interni al centrodestra hanno spostato in modo significativo il voto degli italiani – forse anche per l’assenza di un’alternativa credibile. Fatto sta che oggi il partito di Giorgia Meloni si conferma nettamente al primo posto.

Il Partito democratico è al 22,4% e anche se la distanza con FdI resta molto ampia – sette punti – bisogna considerare che quando il governo nacque lo era ancora di più: il Pd è cresciuto del 4,7% da allora. Dopo la sconfitta alle elezioni c’era stato un netto calo dei consensi, con il temporaneo sorpasso del M5s a novembre. L’arrivo della segretaria Elly Schlein aveva portato a una rimonta che è stata poi confermata alle elezioni europee. Oggi, comunque, il primo partito dell’opposizione resta distante da FdI.

Il Movimento 5 stelle è al 12,5%. Un risultato positivo rispetto al mese scorso – in questo periodo il M5s sta segnando una crescita ben visibile – ma ben peggiore di quello dell’ottobre 2022. Allora il Movimento di Giuseppe Conte era di 3,8 punti più in alto, e come detto poche settimane dopo avrebbe anche superato il Pd, occupando virtualmente il ruolo di secondo partito nazionale.

Si è detto che il centrodestra è stato solido nel complesso, ed è vero. Forza Italia è al 9% ed è cresciuto dell’1,4% negli ultimi mille giorni. Non un’esplosione, ma comunque un passo avanti. Invece la Lega è all’8,3% ed è rimasta sostanzialmente immobile: -0,1%, un risultato identico a quello dell’inizio del governo Meloni. La coalizione è completata da Noi moderati allo 0,3%, in calo di ben lo 0,7%.

Nell’opposizione, oltre al Pd il risultato migliore è quello di Alleanza Verdi-Sinistra: è al 6,9% e dal 2022 ha guadagnato tre punti. I suoi consensi non sono esattamente raddoppiati, ma ci vanno vicino. Invece +Europa è all’1,9%, un intero punto più in basso rispetto all’inizio del governo Meloni. Un discorso a parte va fatto per Azione di Carlo Calenda e Italia viva di Matteo Renzi. Come è noto, nei primi mesi della legislatura le due forze erano unite nel Terzo polo, a livello elettorale. Anche se il confronto non è perfetto, i numeri dicono questo: oggi Azione è al 3,5% e Italia viva al 2,1%, mentre il Terzo polo allora otteneva l’8,2%.

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