Operatori sanitari e medici. Il bilancio della pandemia.
Coronavirus, quasi 90mila operatori sanitari contagiati. Da inizio pandemia morti 273 medici
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Quasi 90mila operatori sanitari contagiati da inizio pandemia, 273 medici deceduti. Gli ultimi dati fotografano il pesante tributo pagato dal personale delle strutture sanitarie nella lotta quotidiana al coronavirus. Non a caso la campagna vaccinale è iniziata proprio da questa categoria. Anche se c’è un allarme “no vax” in corsia, soprattutto tra gli addetti delle case di riposo per anziani.
La Sorveglianza integrata Covd-19 a cura dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) ha reso noto che su 2.019.660 casi di contagio da Sars-Cov-2 avvenuti in Italia dall’inizio della pandemia al 27 dicembre, 89.879 hanno riguardato gli operatori sanitari. Negli ultimi 30 giorni, invece, 413.381 sono stati i casi totali di positività diagnosticati nel nostro Paese, di cui 16.923 tra gli operatori sanitari.
Dalla Federazione degli ordini dei medici (Fnomceo) sì è appreso che altri tre medici sono morti di Covid. Si tratta di Raffaele Antonio Brancadoro, medico ospedaliero in pensione, Leonardo Nargi, ginecologo, Stefano Simpatico, neurochirurgo. Il totale delle vittime tra i camici bianchi sale così a 273.
Sarebbero invece un centinaio su 400mila – secondo la stima di Filippo Anelli, presidente della Federazione degli ordini dei medici (Fnomceo) – i camici bianchi “negazionisti” rispetto ai vaccini, compreso quello appena arrivato contro il Covid. E’ la stima di Filippo Anelli, presidente della federazione degli ordini dei medici (Fnomceo). “Le sanzioni variano caso per caso – spiega Anelli – proprio perchè le situazioni possono essere diverse. Un conto è esprimere privatamente un’opinione, un conto è fare proselitismo contro i vaccini, che inevitabilmente incide sull’esercizio della professione. Un medico non può turbare il rapporto con il paziente, né mettere in dubbio le libertà scientifiche”. Per questo c’è chi pensa all’obbligo vaccinale per i camici bianchi: “Noi non siamo contrari – sottolinea Anelli – ma bisogna trovare un giusto equilibrio tra la Costituzione, che dice che a nessun cittadino possono essere imposti trattamenti medici, e la situazione contingente”.
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