Medici famiglia, 'metà giornata persa per burocrazia inutile'
La burocrazia 'mangia' sempre di più il tempo e il lavoro dei medici di famiglia.
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La metà della nostra giornata lavorativa è sprecata dietro la burocrazia”. Così all’Adnkronos Salute Pier Luigi Bartoletti, vice segretario nazionale vicario Fimmg, la Federazione italiana dei medici di famiglia, e segretario della Fimmg Roma.
“C’è una burocrazia utile e una inutile, la prima è quella della prenotazione delle visite urgenti per gli assistiti, la seconda – rimarca – è compilare decine e decine di ricette di esami e approfondimenti richiesti da altri, le richieste delle assicurazioni privare, i tanti certificati che spesso sono anche non dovuti. La burocrazia la elimini aumentando la clinica – suggerisce – quello che dico spesso è che c’è un ‘dottor-office’ che è quello che può fare ad esempio diagnostica, o come è accaduto durante la pandemia dai tamponi ai vaccini. E poi c’è il ‘dottor-Bic’, quello che prescrive le ricette”.
Cosa chiedere al ministro della Salute Schillaci che ha detto “aiuteremo i medici, soprattutto quelli di famiglia, ad avere un minore carico burocratico”? “Dare seguito a quello che già si era previsto ovvero la diagnostica di primo livello, poter fare negli ambulatori l’Ecg, ad esempio – risponde il segretario nazionale – Dare continuità a quello che abbiamo fatto durante l’emergenza Covid: i tamponi nella medicina generale dovrebbero essere sistematizzati. Capisco che sono provvedimenti che dipendono dalle Regioni e non dal ministro ma l’indirizzo anche dal punto di vista contrattuale è di andare verso la clinica”. E le case della comunità del Pnrr? “Non si è capito il modello di funzionamento – conclude Bartoletti – Nella peggior giornata lavorativa di un medico di base l’incugo sono le lenzuolate di accertamenti richiesti dall’ospedale o dagli specialisti. Nessuno ha spiegato cosa devono fare i medici nelle case di comunità, devono compilare le ricette? O possiamo fare altro?”.
Fonte Adnkronos Salute
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