TROPPI DOCUMENTI PER DARE I PRESTITI AI PROFESSIONISTI
Abi e sindacati danno la colpa al decreto
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Parte il meccanismo per i prestiti garantiti dallo Stato tramite la Sace alle imprese medie e grandi mentre, dopo la prima ondata del debutto, proseguono le richieste alle banche sui finanziamenti con la garanzia pubblica alle Pmi. E l’Abi rimanda al mittente le critiche per l’eccessiva burocrazia e complessità nel richiedere i finanziamenti: ”è il decreto” del governo “a disporre i documenti e non sono le banche che inventano le leggi, noi dobbiamo applicare il decreto legge dell’ 8 aprile e tutte le altre” che non sono abrogate, chiarisce il presidente Abi Antonio Patuelli secondo cui “tutto è partito in maniera regolare”.
E anche il segretario generale della Fabi Lando Sileoni punta il dito contro due “ritardi pubblici”: il Fondo di garanzia delle Pmi e della Sace che “ha sottoscritto l’accordo con Abi solo l’altra notte”. “I direttori delle agenzie, da almeno dieci giorni, hanno contattato preventivamente tutte le aziende clienti e noi, in anticipo, eravamo preparati” aggiunge. Per il responsabile della divisione Banca dei Territori, Stefano Barrese, nella banca di ‘Ca’ de Sass sui finanziamenti da 25mila euro “la procedura è molto facile. Si va sul sito di Intesa Sanpaolo, si scaricano due moduli, si firmano e si mandano ad una nostra casella di posta elettronica. In massimo 72 ore riusciamo a erogare la somma”.
” Noi già ieri abbiamo iniziato a erogare. Nella giornata di oggi i moduli scaricati sono arrivati ad oltre 140 mila”. È possibile il finanziamento in una giornata, spiega Alberto Pedroli responsabile della MAT Sud di UBI Banca: “riceviamo le domande e le inseriamo come da processo sul portale del Mediocredito Centrale. Appena riceviamo la risposta sull’accettazione procediamo all’erogazione. Diverse nostre filiali – aggiunge – in queste ore stanno lavorando a pieno regime sulle richieste”.
Dai sindacati e da alcuni esponenti politici arrivano tuttavia alcune segnalazioni di difficoltà e diversità di trattamento fra i diversi istituti di credito. “Registriamo, purtroppo – spiega Massimo Masi, Segretario Generale Uilca – una diversità e una difficoltà di applicazione delle norme da parte delle Banche. Alcune chiedono documenti ulteriori non indicati nel Decreto Liquidità; altre hanno messo online moduli che poi non si sono rilevati esatti; spesso le Direzioni Generali forniscono disposizioni errate”. E anche Sileoni rileva che a volte vi “sia un’eccessiva quantità di documenti richiesti dalle direzioni generali di alcune banche”.
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