RIFORMA DELLA PROFESSIONE FORENSE LA MOBILITAZIONE CRESCE
La bozza di riforma professionale voluta dal Cnf perde appeal.
Una proposta di normazione che i vertici forensi avrebbero voluto far passare presso i politici di riferimento, quelli che dovranno approvarla o meno, come una legge condivisa da tutta l’Avvocatura, si sta rivelando invece molto poco amata dalla categoria: sia nei contenuti, padronali, rivolti alla conservazione, sia per il metodo carbonaro con cui è stata partorita, nel silenzio assoluto e senza alcuna condivisione e comunicazione con iscritti e iscritte.
MGA – Sindacato nazionale forense sta chiamando la classe, e tutti e tutte coloro che non ci stanno, a pronunciarsi e ad attivarsi per condannare il metodo antidemocratico (ricordiamo che la moltiplicazione dei mandati consentiti a chi ricopre cariche istituzionali non è stata nemmeno oggetto di mozioni congressuali a Roma e Lecce) e per ostacolare quello che nella mente dei fautori della bozza doveva essere un cammino tutto in discesa.
Siamo avvocati e avvocate: sappiamo leggere e interpretare le norme. Conosciamo i meccanismi della democrazia.
Queste norme volute dal Cnf a tanti e tante di noi non piacciono nel merito; e condanniamo con decisione la mancata condivisione dei contenuti, così proterva che sono ad oggi le bozze di riforma sono note solo grazie ad indiscrezioni, senza che Cnf e Ocf si siano degnati di pubblicare ufficialmente i testi.
Mga chiede a tutte e tutti di alzare la testa. Continueremo con la nostra Scuola e con i nostri e le nostre ospiti a prenderci la voce che credevano di averci tolto.
“Fino a Torino – dice Cosimo Matteucci – dove il nostro dissenso, il dissenso della categoria, troverà forme per diventare tangibile.
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