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REFERENDUM SULLA GIUSTIZIA, CAIAZZA PRESIDENTE DEL COMITATO PER IL “SÌ.

Gian Domenico Caiazza, ex presidente dell’Unione Camere Penali, già legale di Enzo Tortora, guiderà il fronte del “sì” al referendum sulla riforma della giustizia: ecco chi è e il suo profilo.

REFERENDUM SULLA GIUSTIZIA, CAIAZZA PRESIDENTE DEL COMITATO PER IL “SÌ.

Dopo l’approvazione del disegno di legge costituzionale in Senato, si accende il confronto intorno al referendum sulla giustizia: al fronte del “no”, che sarà guidato dal costituzionalista Enrico Grosso, si oppone il comitato del “Sì Separa”, costituito dalla Fondazione Luigi Einaudi in vista delle consultazioni previste per la prossima primavera.

Il frontrunner dei sostenitori del “sì” sarà l’avvocato Gian Domenico Caiazza, ex radicale e presidente dell’Unione delle Camere Penali Italiane dal 2018 al 2023, noto al grande pubblico per essere stato tra i difensori di Enzo Tortora, simbolo delle battaglie garantiste a cui s’ispirano i favorevoli alla riforma per la separazione delle carriere.

Accanto a Caiazza e Cangini, dentro “Sì Separa” ci saranno varie figure di spicco del mondo culturale e politico: Antonio Di Pietro, ex pm di Mani Pulite, i giornalisti Alessandro Barbano, Pierluigi Battista, Flavia Fratello, la politologa Sofia Ventura, l’ex giudice costituzionale Nicolò Zanon e il presidente di +Europa Matteo Hallissey.

69 anni, originario di Salerno, Caiazza si laureato in Giurisprudenza alla Sapienza di Roma con una tesi sui diritti della personalità sotto la guida di Stefano Rodotà.

Di famiglia democristiana, da giovane si avvicina al comunismo, frequentando la sezione Palmiro Togliatti di Cinecittà. La svolta pannelliana arriva alla fine degli anni Settanta: folgorato dalle battaglie civili dei radicali, Caiazza passa su posizioni libertarie e liberali, mantenendo da allora una ferma adesione ai valori dello stato di diritto, della laicità e del garantismo.

Sarà difensore di Enzo Tortora nella causa civile contro i magistrati che ne avevano determinato l’ingiusta detenzione, e per anni legale di Marco Pannella, Emma Bonino e di numerosi militanti radicali perseguiti per atti di disobbedienza civile.

Presidente dell’Unione Camere Penali dal 2018 al 2023, Caiazza ha guidato l’associazione degli avvocati penalisti italiani in anni di forti tensioni con la politica e la magistratura. Tra i momenti più noti del suo mandato, la battaglia contro la riforma Bonafede sulla prescrizione, durante la quale diede vita a numerose iniziative — dagli scioperi nazionali alle maratone oratorie davanti alla Cassazione, fino ai cortei in toga nelle piazze italiane — che a molti ricordarono lo stile militante del Partito Radicale.

Nel 2024 corre per le europee nella lista Stati Uniti d’Europa, circoscrizione Italia Centrale, sostenuto da Matteo Renzi ed Emma Bonino, mancando però l’elezione.

LE RAGIONI DEL “SÌ”

Per Caiazza e i promotori del comitato “Sì Separa”, la separazione delle carriere è “una riforma di civiltà”, necessaria a rendere effettivo il principio del giudice terzo sancito dall’articolo 111 della Costituzione.

“Fino a oggi il giudice non è terzo e difficilmente può essere imparziale perché veste la stessa maglia dell’accusa, partecipa alla stessa corporazione, dipende dallo stesso Csm”, spiega al Foglio l’ex direttore del Resto del Carlino Andrea Cangini, già senatore di Forza Italia e oggi segretario della Fondazione Luigi Einaudi. Contrariamente a quanto sostenuto dal fronte del “no” al referendum, la riforma non indebolirebbe dunque la magistratura, ma ne rafforzerebbe l’imparzialità.

In questa chiave, la nascita del comitato e la scelta dell’ex radicale Caiazza rappresentano un tentativo di riportare il dibattito sulla giustizia dentro i confini del garantismo costituzionale, lontano dalle polarizzazioni tra politica e toghe.

CHI C’È NEL FRONTE DEL SÌ

Accanto a Caiazza e Cangini, dentro “Sì Separa” ci saranno varie figure di spicco del mondo culturale e politico: Antonio Di Pietro, ex pm di Mani Pulite, i giornalisti Alessandro Barbano, Pierluigi Battista, Flavia Fratello, la politologa Sofia Ventura, l’ex giudice costituzionale Nicolò Zanon e il presidente di +Europa Matteo Hallissey.

 

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