PROMOSSE LE GESTIONI DELLE CASSE DI PREVIDENZA.
La Commissione Bicamerale ha detto “si”
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Il documento conclusivo dell’indagine conoscitiva sugli investimenti finanziari e sulla composizione del patrimonio degli enti previdenziali e dei fondi pensione, avviata nel gennaio del 2024, è stato approvato all’unanimità ieri mattina.
“Ringrazio tutti i colleghi commissari – ha detto il Presidente Alberto Bagnai – tutti gli auditi, e gli uffici della bicamerale per il contributo fornito nel corso dei lavori della Commissione”.
Ma cosa contiene il documento? Innanzitutto le finalità ossia “consentire alla Commissione di valutare le sfide e le opportunità che il sistema previdenziale vigente, così come è stato delineato a seguito delle privatizzazioni di buona parte degli Enti e dello sviluppo del secondo e terzo pilastro, fronteggia nel suo percorso di evoluzione verso il ruolo di “investitore istituzionale”, avuto riguardo alle particolari caratteristiche di rendimento e rischiosità degli investimenti nell’economia reale, e tenuto conto delle sfide poste dalla doppia transizione ecologica e demografica”.
E gettando uno sguardo all’emanando Decreto investimenti, atteso da anni, la Commissione è convinta che “i risultati dell’indagine potranno essere di ausilio per l’opera del legislatore delegato e delle amministrazioni vigilanti su questi specifici Enti”.
In termini patrimoniali gli Enti istituiti ai sensi del d.lgs. n. 509/1994 restano largamente prevalenti, detenendo il 91 per cento circa dell’attivo totale del settore; inoltre nelle prime 5 Casse di maggiori dimensioni13 si concentrano i tre quarti dell’attivo totale.
Per quanto riguarda, invece, la redditività degli investimenti, particolare importanza rivestono le efficaci e consapevoli scelte di investimento nonché adeguati sistemi di corporate governance.
Le Casse di previdenza, sulla base dei dati del bilancio consuntivo, registrano al 2023
un Totale attivo pari a 107,04 miliardi di euro, un Patrimonio netto pari a 92,71 miliardi di
euro mentre il Patrimonio totale è pari a 114,1 miliardi, in aumento del 74%, rispetto al 2013. Il Risultato economico di esercizio è pari a 5,22 miliardi di euro.
Negli ultimi 4 anni, la dimensione del settore è cresciuta in maniera rilevante. Inparticolare:
il Totale attivo è aumentato del 23 per cento (passando da 87,16 miliardi di euro a 107,04 miliardi di euro);
il Patrimonio netto è cresciuto del 22 per cento (passando da 75,82 miliardi di euro a 92,71 miliardi di euro);
il risultato economico di esercizio è stato pari complessivamente a 21,92 miliardi di euro.
Nel periodo 2019-2023 le entrate previdenziali – derivanti dai regimi contributivi
definiti dalle singole Casse – sono aumentate del 24,43 per cento (passando da 9,99 miliardi di euro del 2019 a 12,43 miliardi di euro del 2023). Nel medesimo periodo le spese previdenziali – prestazioni ccdd. “IVS” (Vecchiaia/Anzianità, Superstiti/Indirette e Invalidità/Inabilità) – sono aumentate del 33,05 per cento (passando da 6,31 miliardi di euro del 2019 a 8,39 miliardi di euro del 2023). A livello aggregato il saldo previdenziale (differenza tra entrate per contributi previdenziali e uscite per prestazioni erogate) è aumentato del 9,65 per cento, passando da 3,68 miliardi di euro al 2019 a 4,04 miliardi di euro al 2023.
Nel periodo 2019-2023 il numero dei contribuenti è aumentato dell’1,58 per cento (passando da 1.629.072 a 1.654.88641 iscritti). Nel medesimo periodo il numero dei pensionati è aumentato del 17,65 per cento (passando da 436.309 a 513.328). Il rapporto attivi/pensionati diminuisce, pertanto, dal 3,73 per cento del 2019 al 3,22 per cento del 2023.
Passando all’analisi di genere emerge che gli uomini rappresentano circa il 59 per cento delle platee dei contribuenti e dei pensionati. Le donne rappresentano il restante 41 per cento circa di entrambi le platee.
Si osserva al riguardo un incremento nel periodo 2019-2023 della proporzione di contribuente donne (più 2 per cento circa), cui si accompagna, tuttavia, un decremento di
quella di pensionate donne (meno 1 per cento circa).
Negli ultimi anni, all’interno della propria autonomia e propria capacità di autoregolamentazione, particolare attenzione è stata riservata dalle Casse alle misure di welfare.
Il calo della natalità e l’inverno demografico”, la trasformazione digitale e con essa la maggiore flessibilità/precarizzazione del mondo del lavoro (minore entità della retribuzione) se, da un lato, confermano la funzione fondamentale delle prestazioni previdenziali erogate dagli Enti, dall’altro, mostrano la necessità per gli iscritti, nel corso dell’intero arco di vita lavorativo, di misure di carattere assistenziale, e più in generale delle varie forme di welfare, per far fronte alle crisi economiche, alla discontinuità dei redditi, al mercato del lavoro sempre più globalizzato, ad eventi straordinari come, ad esempio, l’emergenza da Covid-19, ecc.
In tale ambito, particolare attenzione meritano le politiche di welfare, quali l’indennità i maternità, il congedo parentale, l’assegno per il nucleo familiare, le indennità giornaliera di malattia, di degenza ospedaliera e di disoccupazione, le polizze sanitarie ed altre, le cui prestazioni vengono erogate dai diversi Enti.
Nel periodo 2019-2023 le entrate assistenziali – derivanti dai regimi contributivi definiti dalle singole Casse – sono aumentate del 42,29 per cento (passando da 0,86 miliardi di euro del 2019 a 1,23 miliardi di euro del 2023). Nel medesimo periodo le spese assistenziali sono aumentate del 21,40 per cento (passando da 0,31 miliardi di euro del 2019 a 0,38 miliardi di euro del 2023).
Aumentano gli Investimenti in titoli di Stato. Immobiliare -45%
Dall’analisi della struttura organizzativa, ed in particolar modo degli uffici/strutture
che si occupano delle attività di gestione e di controllo degli investimenti emerge che, a
livello aggregato, le Casse impiegano in media 11 risorse umane nell’Area Patrimonio (pari
al 10 per cento della dotazione complessiva di personale).
In termini di Asset Under Management (AUM), dalle analisi svolte – sempre a livello aggregato – emerge che le 11 risorse umane gestiscono/monitorano, a livello di singola risorsa umana, investimenti pari mediamente a circa 0,54 miliardi di euro.
Alla fine del 2023, in base ai dati dei bilanci consuntivi, il portafoglio finanziario e le attività reali delle Casse ammontano a 96,82 miliardi di euro rispetto ai 72,74 miliardi di euro del 2018, il 33 per cento in più in 5 esercizi annuali (+24,08 miliardi di euro).
A livello di singola asset class, emerge che gli “altri OICR” (fondi di private equity, fondi di private debt, fondi infrastrutturali, fondi immobiliari e altri) hanno registrato la variazione maggiore (+54 per cento) passando da 15,47 miliardi di euro a 23,90 miliardi di euro.
Gli Oicvm al 2023 ammontano a 31,08 miliardi di euro (+45 per cento rispetto ai 21,43 miliardi di euro del 2018).
I titoli di Stato sono passati da 13,85 miliardi di euro del 2018 a 18,91 miliardi di euro del 2023 (+37 per cento).
I titoli di capitale ammontano a 8,55 miliardi di euro (+25 per cento rispetto ai 6,81 miliardi di euro del 2018).
La componente liquidità cresce del 12 per cento (tiene conto del maggiore patrimonio accumulato nel periodo di riferimento).
Le polizze assicurative, gli altri titoli di debito e le partecipazioni in società immobiliari registrano variazioni inferiori al 4 per cento.
L’immobiliare diretto si riduce del 45 per cento passando dai 3,57 miliardi di euro del 2018 a 1,95 miliardi di euro del 2023.
“Dall’analisi della citata tabella emerge che gli investimenti alternativi rappresentano una realtà che si sta sempre più sviluppando e consolidando all’interno dei portafogli delle Casse nell’ottica della diversificazione. Peraltro, si può rilevare che una buona parte dell’incremento di tali investimenti deriva da quello degli investimenti in fondi immobiliari,
che a sua volta appare connesso alla dismissione/apporto degli immobili detenuti direttamente”.
Dove investono le Casse? Italia prima “in classifica”
Dall’analisi dell’informativa contabile al 31/12/2023 emerge che a livello geografico:
il 46 per cento del patrimonio è investito in Italia (pari a 44,79 miliardi di euro);
il 23 per cento in UE (ex Italia) e pari a 22,16 miliardi di euro;
il 16 per cento in USA pari a 15,32 miliardi di euro;
il restante 15 per cento è investito in Stati Extra UE (ex USA) e pari a 14,56 miliardi di euro.
Più 180% in ESG
Al 31 dicembre 2023, le Casse hanno effettuato investimenti in prodotti ESG (Environmental, Social, Governance) per complessivi 19,87 miliardi di euro (più 180 per cento rispetto al 31/12/2019) e investimenti “mission related” per complessivi 3,91 miliardi di euro (più 116 per cento rispetto al 31/12/2019).
Alla data del 31 dicembre 2023, gli investimenti in prodotti ESG e “mission related” rappresentano rispettivamente il 20,52 per cento e il 4,04 per cento del portafoglio finanziario delle Casse (pari a 96,82 miliardi di euro).
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