NO A UNA RIFORMA CHE DIVIDE LA CATEGORIA!
Appello dell’Anc al Ministro Nordio: “La riforma non può nascere in un clima di sfiducia, così si mina la legittimità e si rischiano conflitti interni, serve rispetto per la democrazia”.

L’Associazione Nazionale Commercialisti esprime profonda preoccupazione per l’ipotesi che, giovedì 4 settembre, possa essere portata in Consiglio dei ministri la riforma dell’ordinamento dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, ignorando le osservazioni già trasmesse al Ministero della Giustizia e ribadite pubblicamente lo scorso 8 agosto.
Il Presidente di Anc, Marco Cuchel, ha indirizzato oggi al Ministro Carlo Nordio una nuova lettera formale per chiedere, con rispetto ma con estrema fermezza, la sospensione dell’iter previsto per il provvedimento.
“Il Cndcec ha già fissato le elezioni per il rinnovo degli organi territoriali e nazionali. Procedere ora con una riforma – ha rimarcato – significherebbe alterare le regole mentre il corpo elettorale è già chiamato a esprimersi. È una questione di legittimità e di rispetto della democrazia”.
Cuchel ha evidenziato che “un Consiglio Nazionale a fine mandato non possiede l’autorevolezza per imporre un riordino complessivo della professione. Affidare tale compito equivarrebbe a ignorare la rappresentatività reale della Categoria”.
“Un provvedimento ‘calato dall’alto’, in questa fase, determinerebbe inevitabilmente contenziosi e conflitti interni, minando la credibilità dell’intera architettura ordinistica.
Nonostante le recenti rassicurazioni, la stessa Cassa di Previdenza dei Dottori Commercialisti ha segnalato che alcune disposizioni della bozza inciderebbero negativamente sulla contribuzione, smentendo nei fatti la presunta garanzia di sostenibilità.
Una riforma organica richiede necessariamente condivisione, dialogo e un processo aperto con tutti i commercialisti. Oggi, invece, si rischia di imporre un testo non condiviso né dagli Ordini, né dalla Cassa, né da larga parte degli iscritti.
“La riforma non può nascere in un clima di sfiducia, divisione e incertezza. Solo organi appena eletti, pienamente legittimati dal voto democratico – ha concluso Cuchel -, potranno costruire con il Ministero un percorso di riforma solido, credibile e condiviso”.
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