LA P.A. RISPETTI L’EQUO COMPENSO.
Ocf: “Le pratiche di finanziamento delle liti delle Pubbliche Amministrazioni devono rispettare equo compenso e principi costituzionali”
La recente notizia dell’accordo tra Asmel, l’Associazione per la Sussidiarietà e la Modernizzazione degli Enti Locali, che raggruppa alcune migliaia di Comuni italiani, e la società Lexcapital – società che opera nel campo del “Litigation Funding” – per la cessione di diritti litigiosi, ha suscitato preoccupazioni in seno all’Avvocatura, a fronte di una possibile forma di elusione della normativa sull’equo compenso ad opera delle stesse Pubbliche Amministrazioni destinatarie della Legge che entrerà in vigore il prossimo 20 maggio. Negli stessi giorni, peraltro, sono uscite altre pubblicazioni di stampa in merito alla crescita, anche in Italia, del mercato connesso alle pratiche di finanziamento delle liti.
L’Organismo Congressuale Forense (OCF) in linea con un approccio pragmatico di salvaguardia dei diritti e di contestuale sviluppo dell’attività professionale, ritiene che sia necessaria una valutazione approfondita delle dinamiche – sostanziali, processuali e valoriali – di tale schema contrattuale, che richiama un istituto negoziale atipico già ampiamente diffuso in sede internazionale: la cessione dei propri diritti litigiosi a una terza parte (il c.d. finanziatore) che facendosi carico degli eventuali costi di soccombenza legale in giudizio, si offre di gestire tutta la fase giudiziale in cambio di una quota sul credito conseguito in caso di vittoria.
In questo senso, occorre vigilare con rigore per assicurare che, nel rapporto con gli avvocati affidatari degli incarichi, sia rispettata la nuova legge sull’equo compenso, proprio per impedirne ogni forma di elusione: tale accordo, infatti, laddove legittimo e rispondente ai limiti di legge in tema di conflitto di interessi e ai profili deontologici, si potrebbe presentare anche come opportunità per i professionisti che – da entrambe le parti – si vedranno affidare la difesa in giudizio.
Semmai si impone una doverosa attenzione qualora il committente, ossia l’ente finanziato nella controversia legale, sia una Pubblica Amministrazione (come per ASMEL), poiché, in questo caso, non sarà sufficiente la sola verifica del rispetto delle norme sull’equo compenso, ma anche della rigida applicazione dei principi costituzionali di equilibrio di bilancio, buon andamento e imparzialità.
La delicatezza dei diritti e i principi pubblici coinvolti, unite alla novità delle prassi del litigation funding, richiedono pertanto un monitoraggio capillare e attento di cui OCF già si sta occupando, senza eccedere in allarmi contrari alla libertà negoziale, ma neppure lasciando che pratiche elusive tanto dell’equo compenso quanto dell’autonomia e del rapporto fiduciario tra avvocato e cliente possano snaturare il perimetro e l’essenza della libera professione forense.
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