COMMERCIALISTI E AVVOCATI ALLA GUERRA DEL BOLLINO
Il nuovo bollino UNI 11871:2022 spacca il governo e incendia le professioni.
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Non bastava la settimana scorsa il tentativo dei Commercialisti di scippare ai Consulenti del Lavoro l’esclusiva dell’asseverazione. i commercialisti adesso De Nuccio, cerca di allargarsi anche a scapito degli Avvocati.
E lo fa a colpi di bollino di qualità. Il nuovo standard UNI 11871:2022, partorito con il sostegno di Cassa Forense e di alcune associazioni di categoria, è diventato la miccia che ha fatto saltare i nervi in Consiglio dei ministri.
Da una parte il guardasigilli Carlo Nordio, che difende la certificazione come strumento per rafforzare la reputazione degli avvocati e offrire più garanzie ai clienti. Dall’altra la ministra del Lavoro Marina Calderone, che invece fiuta l’ennesimo squilibrio tra professioni, con i commercialisti pronti a rivendicare la loro fetta e a trasformare la norma in un’arma di concorrenza spietata.
Dietro la facciata rassicurante di “efficienza organizzativa” e “pari opportunità” si nasconde molto di più: quel bollino fa guadagnare punti nelle gare pubbliche e private, permette di tagliare i costi delle assicurazioni obbligatorie e, soprattutto, diventa un passaporto per entrare nel mercato che conta. Chi ce l’ha vola, chi non ce l’ha rischia di restare tagliato fuori.
Il risultato? Una corsa a ostacoli che riguarda oltre 360mila professionisti in tutta Italia, tra grandi studi internazionali e piccole realtà di provincia. Ma soprattutto, un nuovo terreno di scontro corporativo: non più soltanto sulla competenza, bensì sulla capacità di conquistare l’etichetta “giusta” da esibire.
Quella che doveva essere una spinta verso la qualità rischia di trasformarsi in un muro che divide il mercato. Con gli avvocati che esultano, i commercialisti che scalpitano, la politica che litiga e i clienti che si chiedono se alla fine a pagare il conto non saranno proprio loro.
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