Anno: XXVI - Numero 156    
Venerdì 8 Agosto 2025 ore 14:40
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Quando il gioco si fa duro, il Pd va in ritiro.

Breve storia dei conclavi di sinistra.

Quando il gioco si fa duro, il Pd va in ritiro.

Dazi, welfare, destra mondiale: i dem ne parleranno oggi a Gattatico, con Schlein che chiude i lavori.

Gattatico, venti minuti di macchina da Reggio Emilia. Da ieri e per tutta la giornata di oggi, questo paesello è stato “invaso” dai parlamentari del Partito democratico. Riuniti al Museo Cervi, la casa colonica dove furono fucilati i sette fratelli martiri dell’antifascismo, i dem ragioneranno sulla salute della democrazia, pericolosamente minacciata dall’ondata trumpiana. Dazi, welfare, destra mondiale: il menù è ricco, il format è consolidato. Nella storia della sinistra, il ritiro politico ha assunto varie declinazioni, ma non è certo una novità: dalla gita fuori porta a Gubbio dell’anno scorso, fino al conclave in tempo di governo con Prodi e, ancor prima, con D’Alema. Quando il gioco si fa duro, la sinistra va in ritiro.

Gattatico, venti minuti di macchina da Reggio Emilia. Da ieri e per tutta la giornata di oggi, questo paesello è stato “invaso” dai parlamentari del Partito democratico. Riuniti al Museo Cervi, la casa colonica dove furono fucilati i sette fratelli martiri dell’antifascismo, i dem ragioneranno sulla salute della democrazia, pericolosamente minacciata dall’ondata trumpiana. Dazi, welfare, destra mondiale: il menù è ricco, il format è consolidato. Nella storia della sinistra, il ritiro politico ha assunto varie declinazioni, ma non è certo una novità: dalla gita fuori porta a Gubbio dell’anno scorso, fino al conclave in tempo di governo con Prodi e, ancor prima, con D’Alema. Quando il gioco si fa duro, la sinistra va in ritiro.

Prima, una commemorazione dei fratelli Cervi, contadini e partigiani fucilati nel dicembre del 1943 dai repubblichini; poi, un seminario organizzato dal gruppo dem della Camera nella casa museo. Dal ruolo dell’opposizione fino alla tecnocrazia trumpiana al potere, storici e parlamentari si confronteranno in quel di Gattatico fino a questo pomeriggio, quando Elly Schlein chiuderà i lavori. La segretaria partecipa, i deputati sono partiti già ieri, al termine dei lavori parlamentari. Questa volta la reunion dem ha scaturito meno polemiche dell’anno scorso, quando l’assist a opinionisti e politici di destra era stato offerto gratuitamente.

A Gubbio, nel gennaio del 2024, i parlamentari del Pd – anche in questo caso solo i deputati, perché i senatori avevano preferito una più umile fuga ai Castelli romani – avevano scelto di alloggiare per due giorni nel lussuoso Park hotel dei Cappuccini. Convento del XVII secolo, oggi è un albergo con tanto di spa, menù ricercati e tutti i comfort, ma soprattutto era (ed è) un riferimento del mondo berlusconiano: lì, per anni si è tenuta la scuola di formazione politica di Forza Italia e, nel 2005, il Cavaliere ha organizzato un’adunata storica di Forza Italia. Smaltito qualche imbarazzo, la capogruppo Chiara Braga aveva dato inizio ai lavori. I malumori, però, sembravano arrivare anche dalla segretaria, che a Gubbio preferì non sfruttare le commodities a 5 Stelle ma lanciare la corsa verso le elezioni europee. Un anno dopo, la scelta della location è ben diversa: arredi più spartani e denso significato storico-politico.

La smania della sinistra per il “momento conclave” ha una sua storia. L’iniziativa di Schlein e compagni non è affatto isolata. Solo nel gennaio del 2020, quando Nicola Zingaretti era ancora sulla tolda di comando al Nazareno, il suo Pd si è assentato dal centro di potere romano per riunirsi nell’abbazia cistercense di Contigliano, tra Rieti e Greccio. Tappa del cammino di Francesco, il pellegrinaggio dem era invocato non per smaltire qualche chilo di troppo ma le spine del governo Conte II.

Se è vero che la storia del ritiro non spirituale ma politico, inizia con la Democrazia cristiana – nel convento delle suore di santa Dorotea a Roma, nasce nel 1959 la corrente di Aldo Moro – non è un caso che uno dei più grandi sostenitori di queste iniziative sia stato proprio Romano Prodi. Il Professore ne organizzò ben due. Nel 1997, per ridiscutere le idee del suo Ulivo, Prodi portò tutti in val di Chiana, nell’antico borgo medievale di Gargonza dove trovò rifugio Dante Alighieri: anche in questo caso, i lavori si svolsero in un convento, ma con un esito nefasto. Dopo due giorni di accese discussioni, Massimo D’Alema diede inizio a quella rottura che portò, un anno dopo, alla rottura del primo governo Prodi.

Stesso esito durante il secondo tentativo di riconciliazione prodiana: durante il suo secondo esecutivo, Prodi portò ministri e leader della sinistra allargata (da Clemente Mastella a Fausto Bertinotti) a Caserta. Una riunione di governo a porte chiuse, peccato che nella reggia Marco Pannella attivò il suo telefonino e – come diremmo ora, in streaming – trasmise tutto in diretta su Radio Radicale.

Andando in là nel tempo, fino al 1995, troviamo altri esempi di conclave a sinistra. Celebre la due giorni nella certosa toscana di Pontignano organizzata da Massimo D’Alema. Un confronto sui valori tra ex comunisti, intellettuali, ambientalisti e cristiani, tutti immersi in un ex convento del Trecento.

Il leader invecchiano, i format invece no: a Gattatico la sinistra non si chiude in convento, ma pur sempre di un conclave si tratta.

di  Giulio Ucciero su HuffPost

 

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