In Parlamento ci sono i numeri per approvare lo Ius scholae.
Lo scrive in una lettera al “Corriere della Sera” il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte.
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“In questi giorni, sull’onda dei trionfi azzurri alle Olimpiadi di Parigi e delle becere polemiche razziste che ne sono seguite, si è riacceso il dibattito sull’acquisto della cittadinanza italiana da parte di stranieri che vivono nel nostro Paese. In realtà, sono anni che se ne parla perché ci sono tante ragazze e tanti ragazzi che sono nati e cresciuti in Italia o che comunque vivono qui da anni, parlano italiano, si sentono italiani a tutti gli effetti, ma non hanno i nostri stessi diritti perché il nostro ordinamento giuridico li considera ‘stranierì. La politica ha il dovere di affrontare questa questione responsabilmente, tenendo a bada reazioni emotive o pregiudiziali ideologiche. Riassumiamo lo «stato dell’arte”. Lo scrive in una lettera al “Corriere della Sera” il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, sottolineando che il M5S “da tempo si batte per l’introduzione di una riforma basata su un diverso criterio: lo ius scholae, che condiziona l’acquisizione della cittadinanza al compimento di un intero ciclo di studi per quei bambini nati o arrivati in Italia entro i 12 anni d’età”.
Secondo Conte “la soluzione dello ius soli – voluta dal Pd e da altri partiti di sinistra – non gode del necessario consenso parlamentare, ma sarebbe irragionevole per questi partiti rifiutare la soluzione meno radicale, ma più equilibrata dello ius scholae. Insomma, ci sono i numeri per finalizzare questa proposta di legge in Parlamento e riconoscere i diritti di tanti bambini e ragazzi che sono nati o comunque sono cresciuti in Italia, che studiano e giocano con i nostri figli e si sentono di fatto ‘italianì”. Per l’ex premier “in materia di diritti non ha alcun senso fermarsi alla contrapposizione ideologica o invocare schieramenti secondo la logica binaria maggioranza/opposizione. Con il Movimento 5 Stelle, alla ripresa dei lavori parlamentari proveremo a spingere perchè si compia questo passo avanti, questo grande gesto di civiltà, sperando che il dibattito di questi giorni non rimanga solo l’eco di un flatus vocis dovuto alla calura estiva”.
MaTommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, in
una intervista a La Stampa ribatte “la legge sulla cittadinanza non è nella
nostra agenda né rientra tra le priorità del programma. Se è un’emergenza
come le opposizioni dicono, perché non sono intervenute quando erano al
governo? Vorrei ricordare che in termini di concessioni della cittadinanza
siamo al primo posto nell’Unione europea: nel 2022 ben 213.700 persone
hanno acquisito la cittadinanza italiana, di queste il 37% sono comprese
tra zero e 19 anni”.
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