Il governo ci vuole portare dallo stato sociale allo stato penale
La coordinatrice della segreteria di Elly Schlein sulle politiche del governo in tema di migranti e carceri: "“Nordio fa propaganda su una situazione drammatica, La Russa si rivolga ai parlamentari di centrodestra che ostacolano l’estensione della libertà anticipata". Meloni? "Ha almeno tre diverse posizioni su quasi tutto. Giustizia e carceri non fanno eccezione”.
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“Misureremo i suoi prossimi passi”, avverte Marta Bonafoni, coordinatrice della segreteria nazionale di Elly Schlein, e delegata al Terzo settore e all’associazionismo. In un’intervista ad Huffpost, Bonafoni fa il punto sulle politiche del governo in tema di migranti e carceri. “Nordio fa propaganda su una situazione drammatica. Sulla libertà anticipata, La Russa si rivolga ai parlamentari di centrodestra che ostacolano l’estensione della libertà anticipata”, spiega a proposito del sovraffollamento negli istituti di pena. La collaboratrice di Schlein parla anche al centrosinistra. Le primarie per scegliere il leader della coalizione? “Non sono l’unico strumento”, dice, e ai dem ricorda che “in giro per l’Italia la nostra gente non ci chiede del congresso”. In vista delle regionali sottolinea l’agitazione del governo. “Fa spot elettorali nelle regioni al voto. Sono preoccupati”.
La Corte di giustizia europea limita il potere dei governi nella definizione dei paesi sicuri. Questo rende quanto meno incerto il futuro dei due centri italiani in Albania. Ora il governo italiano si appella alla commissione Ue perché anticipi i tempi del nuovo Patto per i migranti. Qual è la posizione del Pd? Von der Leyen sosterrà Giorgia Meloni?
Il governo italiano anche sui centri per il rimpatrio in Albania adotta da tempo la tecnica che più gli si addice: attacca la magistratura per nascondere i propri fallimenti. Sui Cpr la bocciatura arrivata in questi giorni dalla Corte europea per i diritti umani è inesorabile. Per non parlare dello spreco di risorse: 1 miliardo di euro buttato in due strutture semivuote dall’altra parte del mare, 114 mila euro al giorno nei primi sei mesi di non-attività, per stare alle ultime stime di ActionAid, che potevano essere utilizzati in Italia per una sanità pubblica al collasso, al punto che ormai sono 6 milioni gli italiani che rinunciano a curarsi perché le liste d’attesa non glielo permettono. Quanto all’accelerazione chiesta da Meloni alla commissione dell’Unione Europea: noi abbiamo già votato convintamente contro quel Patto su immigrazione e asilo perché crediamo che di nuovo si limita ad affrontare un fenomeno epocale e strutturale con strumenti emergenziali e lesivi dei diritti delle persone che migrano. Non abbiamo cambiato idea, anche su questo misureremo i prossimi passi di Ursula von der Lyen.
La situazione nelle carceri è critica. Il ministro Nordio ha annunciato un piano carceri per affrontare il sovraffollamento. Edilizia carceraria, snellimento burocratico e misure alternative per i detenuti tossicodipendenti sono le tre misure chiave. Qual è il suo giudizio?
Soltanto ieri un altro detenuto è stato trovato morto nella sua cella, nel carcere di Regina Coeli a Roma. Antigone parla di almeno 91 casi di suicidi nel 2024 e 33 dal gennaio al maggio del 2025. Numeri che sono figli innanzitutto del sovraffollamento degli istituti di pena, dell’assenza delle pene alternative, della penuria di progetti dentro le carceri nonostante gli sforzi dei garanti e delle associazioni, una realtà che non risparmia neppure gli istituti minorili. Ci troviamo di fronte a un governo panpenalista, che si è presentato con il cosiddetto decreto rave, fino al dl sicurezza: almeno 14 nuovi reati nel codice penale, per punire chi dissente di fronte alle politiche della destra. Uno stato penale da sostituire allo Stato sociale. Di fronte a un quadro così compromesso il decreto Nordio altro non è che ulteriore propaganda. Il sistema della giustizia italiano non ha bisogno di nuove carceri, ma di un diverso modo di guardare alla pena e alla detenzione. E in questo non fa eccezione la condizione di chi in carcere ci lavora tutti i giorni in condizioni estreme. Cosa ci facciamo con nuovi istituti di pena a parità di risorse umane chiamate a svolgere funzioni di polizia penitenziaria? Un ennesimo annuncio, questo è il pacchetto Nordio.
Il presidente del Senato Ignazio La Russa, cogliendo una proposta di Roberto Giachetti, ha aperto a un’estensione della liberta’ anticipata, portandola a settanta giorni per semestre. Che cosa ne pensa?
Per la verità il Pd ha appoggiato sin dal primo minuto la proposta di Roberto Giachetti sulla libertà anticipata. Il presidente del senato dovrebbe rivolgersi innanzitutto ai parlamentari della sua maggioranza, che la rallentano tenendola chiusa in un cassetto. Cosa che non ci stupisce: il governo Meloni ha almeno tre diverse posizioni su molte questioni, dalla politica internazionale ai diritti alla riforma del fisco. La giustizia e il tema carceri non fanno eccezione.
Sul tema carceri si registra una differenza anche nel campo largo. I Cinque stelle non sono d’accordo con la proposta Giachetti-La Russa. Questo richiama il tema delle relazioni tra Pd e alleati, che sulle Marche ha registrato un momento di acceso confronto. Conte ha detto di rifiutare l’alleanza organica. Cosa ne pensa?
La rivendicazione della propria autonomia da parte del Movimento Cinque Stelle non è né una novità né tantomeno una sorpresa, d’altra parte la pensassimo tutti allo stesso modo saremmo nello stesso partito. Insieme al partito di Conte stiamo conducendo una battaglia parlamentare che non farà sconti alla riforma sulla cosiddetta separazione delle carriere voluta dal governo di Giorgia Meloni, sempre insieme ai Cinque Stelle ci siamo trovati fianco a fianco nelle aule e nelle piazze contro il decreto sicurezza. Infine, la cosa più importante, in queste ore Matteo Ricci nelle Marche sta conducendo una campagna elettorale palmo a palmo, senza risparmiarsi, avendo al proprio fianco compatte le forze del campo progressista.
Elly Schlein è diventata segretaria del Pd dopo aver vinto le primarie. Questo strumento è tuttavia sempre meno utilizzato a livello locale. Hanno ancora un futuro? Le primarie possono essere un metodo per decidere chi sarà il candidato premier del centrosinistra?
Le primarie sono state e sono uno strumento, non l’unico, a disposizione per selezionare i migliori candidati o candidate a questa o quella carica. In questo momento siamo impegnate a tracciare i punti fondamentali del nostro progetto per l’Italia: la sanità pubblica, la scuola, il lavoro che stiamo facendo sulle aree interne del Paese, il salario minimo accanto a nuovi strumenti di welfare come i congedi paritari, lo sviluppo di una politica industriale capace di fronteggiare la transizione ecologica e quella digitale. E non la scellerata subalternità del governo Meloni di fronte all’amico Trump, che ci ha fatto trovare in ritardo e inermi di fronte all’arrivo dei dazi.
Nel partito torna ciclicamente il dibattito sul congresso del Pd. Si potrebbe tenere prima delle politiche?
Le rispondo così: io giro in lungo e in largo ormai da mesi il Paese, con il viaggio che il Pd ha deciso di intraprendere nel mondo del Terzo settore, ossia quel mondo di cooperative, associazioni e volontari che si occupano di curare le disuguaglianze sociali, generazionali e geografiche che crescono in una Italia sempre più affaticata. In 14 tappe fatte, nelle 14 regioni finora toccate, non una volta il dibattito si è acceso intorno all’eventuale congresso del Partito democratico. Alle persone e alle comunità non interessa il nostro dibattito interno, vogliono sapere come intendiamo cambiare in meglio la loro vita. Dopo l’estate abbiamo un’occasione importantissima per dimostrarglielo: c’è una tornata elettorale che vede impegnate al voto cinque regioni italiane, a cui si è aggiunta proprio ultimamente la Calabria. Il nostro impegno è tutto là.
A proposito delle regionali d’autunno, che significato attribuite a questa consultazione? Se il centrosinistra dovesse prevalere in 4 regioni su 5, sarebbe un avviso di sfratto al governo?
Le regionali sono l’ultimo grande appuntamento elettorale prima delle politiche, parliamo di regioni che vanno dal sud al nord Italia. A giudicare dallo sforzo messo in atto dal governo Meloni nelle Marche, planato oggi ad Ancona con i tre leader di partito costretti a camuffare uno spot elettorale dandogli la veste di iniziative istituzionali, dalle parti di Palazzo Chigi qualche preoccupazione c’è. Noi siamo impegnati a fare il massimo costruendo programmi solidi, coalizioni larghe e unitarie, con i migliori candidati che abbiamo a disposizione.
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