I grandi d'Europa con Zelensky (e Trump). Ancora una volta Meloni non c'è
Macron, Merz, Tusk e Starmer chiamano il presidente Usa a margine del summit di Tirana. La premier, che ha partecipato agli incontri nella capitale albanese, resta fuori dalla porta.

Una riunione a cinque sull’Ucraina, ma senza l’Italia. Nella sala dove si è appena svolto il summit della comunità politica europea, a Tirana intorno a Volodymyr Zelensky, seduti su un tavolo costellato da adesivi con disegni da bambini, che stridono con la severità dello sguardo dei leader, siedono il presidente francese iEmmanuel Macron, il cancelliere tedesco Friedrich Merz, il premier britannico Keir Starmer e il primo ministro polacco Donald Tusk. Parlano della guerra, delle trattative di pace che non decollano a causa di Mosca. Lo fanno anche, a telefono, con il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. “I dettagli arriveranno presto”, taglia a corto il portavoce della presidenza ucraina. Pochi minuti prima, intervenendo pubblicamente, il presidente ucraino aveva chiesto “forte reazione” nei confronti di Putin, da parte dei leader europei. Macron, da parte sua, ha affermato che la Russia “non ha alcuna volontà” di arrivare a un cessate il fuoco in Ucraina e che sarà necessaria “una maggiore pressione” per costringerla a farlo.
Spicca l’assenza della premier, Giorgia Meloni. Palazzo Chigi, forse per fugare i dubbi, diffonde delle immagini di una conversazione avuta con Zelensky prima del vertice, senza i rappresentanti di Francia e Germania. Ma nel momento che conta, quello del vertice organizzato e comunicato tanto dall’Ucraina quanto dalla Francia, Meloni non c’è. La premier, salvo novità dell’ultimo minuto, dovrà accontentarsi delle riverenze di Edi Rama, premier albanese, che l’ha accolta inginocchiandosi e definendola “protettrice d’Albania”. Un definizione scherosa, che però racconta un mondo. E che ricorda che tra i volenterosi per l’Ucraina, invece, Meloni viene collocata in seconda fila.
Altre Notizie della sezione

Vietato parlare di mafia-appalti… E se il “depistaggio” fosse grillino?
15 Maggio 2025La conferenza di Giuseppe Conte: «Si sta addirittura imboccando la strada verso una relazione finale focalizzata su un'unica pista che stravolge la verità dei fatti».

L’Europa si muove, l’Italia no
14 Maggio 2025Il nostro governo è reticente sul programma Readness 2030, malmostoso verso le iniziative di Macron, estraneo alla concertazione tra le principali capitali europee.

Il granaio rosso si mette a dieta.
13 Maggio 2025Di 33 sezioni locali solo 8 si sono salvate. Le altre sono finite vittime di un debito di 4 milioni contratto dai Dem con il partito predecessore, i Democratici di sinistra. Praticamente erano le stesse persone, e dunque gli affitti non venivano saldati. Ma contabilmente hanno continuato ad accumularsi per anni. Il tesoriere Fina: "La partecipazione non verrà penalizzata".