I “cacicchi” alla guerra
I governatori del sud salgono sulle barricate contro l’autonomia differenziata.
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Mentre la Schlein prepara il referendum, Vincenzo de Luca incarica l’ufficio legislativo di ricorrere alla Corte costituzionale – il presidente della Puglia, Michele Emiliano, valuta di fare lo stesso: “siamo di fronte all’inizio di una sorta di secessione mite di cui Mentre i leader dell’opposizione portano avanti la raccolta di firme per chiedere l’abrogazione della normativa attraverso la consultazione popolare, De Luca ha incaricato l’ufficio legislativo della Regione di preparare l’impugnazione davanti alla Corte Costituzionale.
Già da un mese […] gli esperti avevano iniziato a studiare il quadro giuridico della riforma. Ora è tutto pronto. Dopo la pubblicazione in Gazzetta ufficiale e l’entrata in vigore della legge, da Napoli partirà il ricorso alla Consulta.
Emiliano, da parte sua sta valutando un ricorso contro l’autonomia’ i suoi uffici studiano con grande attenzione ogni possibilità, compresa l’impugnazione davanti alla Corte costituzionale in via diretta della legge Calderoli che, come noto, per le Regioni è possibile solo per violazioni della sfera di competenza regionale. In questo momento l’unione fa la forza e quindi condivideremo tutte le iniziative che proporranno le altre regioni e che vanno nella stessa direzione”. Lo ha detto all’Ansa il governatore pugliese Michele Emiliano, a proposito del ricorso alla Consulta che sta preparando il governatore campano De Luca e la possibilità che la Puglia possa sostenerlo.
Pochi si sono accorti che a valle di questo processo, le Regioni, senza il controllo dello Stato, potranno disporre solamente con una legge regionale «intese tra loro per migliorare l’esercizio delle proprie funzioni, anche con individuazione di organi comuni», come recita l’articolo 117 della Carta.
Questo prelude alla costituzione di macroregioni di fatto. Siamo di fronte all’inizio di una sorta di secessione mite di cui non tutti hanno piena consapevolezza. Questa legge pone le basi per la sistematica violazione del principio di uguaglianza tra enti e tra cittadini. Queste violazioni costituzionali impatterrano sulle aree più depresse del nostro Paese».
«La riforma definisce solo l’individuazione dei LEP e non anche il finanziamento degli stessi. Ma il vero problema è la devoluzione immediata delle materie che non hanno LEP; si tratta di 9 materie con 181 funzioni che incidono in maniera profonda nell’organizzazione amministrativa.
Per queste materie si cristallizza la spesa storica che al sud è di gran lunga inferiore a quella del nord. A questo quadro desolante si aggiunge la norma della legge che prevede la possibilità che le regioni trattengano parte della fiscalità generale oggi di spettanza dello Stato centrale. E il 40% per cento del gettito fiscale nazionale sta solo nelle tre Regioni del nord che chiedono l’autonomia. Venuto meno il principio solidaristico che i più ricchi aiutano i più poveri attraverso la fiscalità nazionale, viene meno l’Unità della Nazione».
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