Stop alle elezioni per il rinnovo del consiglio dell’Ordine degli avvocati di Latina
A disporlo è stato il presidente della IV sezione del Consiglio di Stato,
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Dopo essere riusciti a far valere le proprie ragioni davanti al Consiglio nazionale forense, con una sentenza in cui è stato stabilito che cinque ormai ex consiglieri dell’Ordine non dovevano neppure essere candidati, avendo superato il limite dei due mandati consecutivi, tre legali hanno presentato un ricorso contro lo scioglimento del consiglio dell’Ordine e il relativo commissariamento, disposto dopo le dimissioni in massa della maggioranza dei consiglieri lo scorso anno, presentate sostenendo che fossero legate ai troppi contrasti con la presidente del Tribunale di Latina sull’affidamento degli incarichi nell’ambito della volontaria giurisdizione. Per gli avvocati Umberto Giffenni, Aurelio Cannatelli e Denise Degni, pendendo un contenzioso, non si poteva procedere con il commissariamento e sarebbe stato necessario invece rimpiazzare i cinque consiglieri ineleggibili con i primi dei non eletti. I tre hanno fatto ricorso contro il Ministro della giustizia e notificato lo stesso anche al commissario straordinario dell’Ordine degli avvocati di Latina, Giacomo Mignano, al Cnf e agli avvocati Lauretti, De Angelis, Ciccarese, Farau e Panico, di cui lo stesso Consiglio nazionale forense ha dichiarato la decadenza. Ai giudici è stato chiesto di revocare il provvedimento di scioglimento del consiglio dell’Ordine di Latina, la nomina del commissario straordinario e conseguentemente di sostituire i componenti del consiglio non oggetto di reclamo al Cnf con i primi dei non eletti, definendo un escamotage le dimissioni in blocco. Un ricorso respinto in prima battuta dal Tar di Latina, sostenendo che la procedura seguita è stata corretta e negando così la sospensione degli atti impugnati, ma che sembra ora iniziare a far breccia a Palazzo Spada. Il presidente Maruotti, con decreto, specificando che il Ministero della giustizia ha fissato il termine del 26 marzo per l’indizione delle nuove elezioni dell’Ordine e che la richiesta degli appellanti di sospendere gli atti impugnati verrà discussa in aula il 19 marzo, ha imposto al commissario Mignano di non fissare le elezioni prima di quest’ultima data.
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