Per gli avvocati l'udienza online nei Tar va conservata anche dopo il virus
Per molti legali è una modalità che sta funzionando bene nell’emergenza e che potrà essere utilizzata anche una volta tornati alla normalità

Sempre più digitale nella quotidianità degli avvocati amministrativisti: il processo telematico andrà avanti fino alla fine dell’emergenza sanitaria, attualmente prevista per il 30 aprile. Uno slittamento, sancito dal decreto legge milleproroghe in via di conversione, che farà compiere un anno alla sperimentazione del dibattimento in streaming. Il periodo trascorso è, però, già abbastanza lungo per tracciare un bilancio dell’esperienza e per valutare se valga la pena conservarla anche per il futuro, quando si potrà tornare ai processi in presenza. Nel caso, serviranno regole tecniche ad hoc – quelle varate finora (da ultimo a metà gennaio) valgono per la fase emergenziale -, ma gli avvocati già si stanno interrogando e le posizioni non sono univoche. Uniforme è, invece, la valutazione positiva sulla risposta data dalla macchina della giustizia amministrativa ai vincoli imposti dalla pandemia.
Il Pat
Il processo amministrativo telematico (Pat), che gli avvocati utilizzano da gennaio 2017 seppure solo per il deposito dei ricorsi, ha retto bene anche all’arrivo dell’udienza da remoto. Novità giudicata positivamente da Filippo Lubrano, presidente di Siaa (Società italiana degli avvocati amministrativisti): «Il processo a distanza ha consentito di mantenere, anche se in forma telematica con un contatto limitato ma diretto, l’interlocuzione propria dell’udienza».
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