Anno: XXVI - Numero 201    
Lunedì 20 Ottobre 2025 ore 13:30
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Pensare da legale, agire in digitale

Ho seguito il “Convegno” giuridico forense di Torino in streaming.

Pensare da legale, agire in digitale

Il Presidente del Cnf nel suo intervento, a un certo punto, ha così dichiarato: Siamo intervenuti sulla durata dei mandati dei Consigli dell’Ordine, riducendoli a 3 anni, ma prevedendo la possibilità di candidarsi per 3 volte, onde evitare – per come accade oggi – che dopo il primo mandato, di rodaggio, i componenti abbiamo un solo mandato per realizzare i loro programmi. Quindi, abbiamo ridotto la durata del mandato a 3 anni ma previsto la possibilità di 3 candidature, cosicché il turn over sarà suddiviso in 3 occasioni e chi ha ben operato dovrà sottoporsi in un arco temporale più ridotto al rinnovo del consenso.

È una novità inserita nella riforma forense non richiesta, a mio ricordo, da alcuna mozione congressuale. Non ho sentito applausi dalla platea su questo passaggio ma credo che il silenzio si debba interpretare come un tacito consenso.

Purtroppo, durante i lavori congressuali non ho sentito voci dissenzienti ad eccezione (chiedo scusa se mi fosse sfuggito altro intervento) di quelle dei Colleghi Cosimo Matteucci e Valentina Restaino, le quali, secondo una consuetudine forense, sono state chiamate quando la sala era pressoché vuota. È toccato anche a me nell’ultimo Congresso forense di Milano, dopo il quale ho deciso di non partecipare più personalmente.

Sulla proposta del terzo mandato, che vale ovviamente anche per il Cnf, ho interrogato l’IA che mi ha dato questa risposta:

Divieto legale: La legge 31 dicembre 2012, n. 247, all’articolo 34, stabilisce il limite di due mandati consecutivi per i membri del CNF.

Decisioni giurisprudenziali: Numerose sentenze hanno confermato l’applicabilità del divieto, respingendo i tentativi di eluderlo.

Tribunale di Roma (2019): ha confermato che il principio del divieto del terzo mandato consecutivo si applica anche al Cnf.

Corte di Cassazione a Sezioni Unite (2021): ha ribadito il divieto e ha chiarito che le dimissioni strategiche non possono essere usate per aggirare la norma.

Cassazione (2025): una sentenza di gennaio 2025 ha affrontato la questione delle elezioni del CNF per il periodo 2022-2026, confermando l’impossibilità di estendere il numero di mandati consecutivi oltre il limite stabilito.

Riforma forense (2025): pur essendo in corso una riforma della professione forense, che include temi come le Società Tra Professionisti (STP), la previdenza e la deontologia, il divieto del terzo mandato consecutivo per gli organi di rappresentanza, compreso il CNF, rimane saldo.

Situazione attuale (ottobre 2025)

Elezioni 2022-2026: Le elezioni per il quadriennio 2022-2026, proclamate a febbraio 2023, sono state oggetto di contenzioso proprio in relazione al divieto del terzo mandato per alcuni consiglieri.

Prospettive future: Con una riforma forense in fase di approvazione e la consolidata giurisprudenza in materia, è improbabile che il divieto del terzo mandato consecutivo per il CNF venga modificato nel breve termine.

Credo che su questo ultimo passaggio l’intelligenza artificiale non sia attendibile ma vedremo se i lavori parlamentari, sapranno smentirmi.

Il Cnf ha però trovato un alleato importante in quanto avvenuto, recentemente, nella Fondazione Enpam.

L’approvazione di un terzo mandato consentivo per i dirigenti di Enpam è stata possibile grazie a recenti modifiche allo Statuto, che hanno ridotto la durata dei mandati da 5 a 4 anni permettendo però la rielezione per un massimo di 3 mandati consecutivi. Questo nell’aprile del 2025 con l’approvazione da parte dei Ministeri vigilanti.

Ricordo, da ultimo, che la Corte di cassazione con la sentenza n. 1662 del 23.01.2025, ha stabilito che il divieto di ricandidatura per un terzo mandato consecutivo nei Consigli dell’Ordine degli avvocati resta valida anche nel caso in cui un consigliere si sia dimesso prima della scadenza naturale della consigliatura.

Questa decisione rafforza il principio della rotazione nelle cariche degli Ordini forensi, evitando meccanismi che possono favorire la continuità di alcuni soggetti attraverso dimissioni strategiche. La Cassazione ha ribadito che l’obiettivo della norma è garantire un ricambio effettivo nella governance degli Ordini degli avvocati, preservando il pluralismo e la partecipazione democratica.

Applausi!

Multa paucis, come sempre.

 

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