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Delitto di Garlasco, a luglio la Cassazione deciderà sui criteri motivazionali della semilibertà a Stasi

La Suprema Corte chiamata a valutare la correttezza delle motivazioni del Tribunale di Sorveglianza di Milano, contestate dalla Procura generale per l’intervista a Le Iene.

Delitto di Garlasco, a luglio la Cassazione deciderà sui criteri motivazionali della semilibertà a Stasi

Sarà la Corte di cassazione a decidere, il prossimo 1° luglio, se il Tribunale di Sorveglianza di Milano abbia applicato correttamente i criteri motivazionali nella concessione della semilibertà ad Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni per l’omicidio della fidanzata Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007 a Garlasco.

Secondo quanto appreso dall’agenzia Adnkronos, il nodo da sciogliere non è la revoca della misura alternativa, ma la valutazione della legittimità del percorso motivazionale seguito dai giudici milanesi. In particolare, la Procura generale ha sollevato rilievi legati all’intervista televisiva rilasciata da Stasi alla trasmissione “Le Iene”, andata in onda il 30 marzo 2025.

La vicenda dell’intervista è stata centrale nell’udienza del 9 aprile scorso davanti al Tribunale di Sorveglianza di Milano. Stasi aveva rilasciato le dichiarazioni durante un permesso familiare, una tipologia di autorizzazione che, secondo la normativa vigente, deve essere utilizzata esclusivamente per trascorrere tempo con i propri familiari, non per apparizioni pubbliche.

Proprio questo elemento ha spinto la sostituta procuratrice generale Valeria Marino a esprimere parere negativo rispetto alla semilibertà già concessa, contestando la violazione delle condizioni sottese alla fruizione del permesso.

La decisione della Cassazione non riguarderà direttamente il diritto di Stasi alla semilibertà, già concessa e attualmente in vigore. La Suprema Corte sarà chiamata invece a verificare la correttezza logico-giuridica della motivazione con cui il Tribunale di Sorveglianza ha giustificato la misura, nonostante le contestazioni della Procura.

In attesa del pronunciamento, Alberto Stasi continua il regime di semilibertà, diviso tra il carcere di Bollate e un’attività lavorativa esterna.

 

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